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nanoLinux III (1) è una distribuzione GNU/Linux Debian, per architettura i386, installata in un CD-ROM autoavviabile, che può essere riprodotta anche all'interno di una partizione di un disco fisso, tornando così a essere una distribuzione GNU/Linux Debian pura e semplice.
Per poter funzionare correttamente, nanoLinux III richiede molta memoria centrale (RAM); precisamente servono almeno 128 Mibyte. |
A differenza di altri CD-ROM autoavviabili che contengono un sistema GNU/Linux, nanoLinux III cerca di utilizzare il minor numero possibile di artifici, allo scopo di consentire all'utilizzatore la modifica e la riproduzione di CD-ROM simili.
L'obiettivo primario di nanoLinux III è quello di fornire un sistema GNU/Linux di emergenza, paragonabile a un attrezzo multiuso, adatto però anche come strumento didattico, per l'apprendimento dei rudimenti di un sistema Unix. nanoLinux III offre anche l'uso di alcune applicazioni grafiche, con un'impostazione predefinita per un dispositivo di puntamento corrispondente a un mouse PS/2.
nanoLinux III potrebbe essere distribuito direttamente in forma di CD-ROM, oppure attraverso un file che contiene l'immagine del CD-ROM da riprodurre. Nel secondo caso, una volta ottenuto il file, se questo risulta compresso è necessario provvedere a ripristinare il suo stato originale, quindi si può passare al trasferimento in un CD. Il file potrebbe avere un nome simile al modello seguente:
nLinux-III-edizione.gz
Per riportare il file allo stato originale, disponendo di un sistema operativo Unix, si procede semplicemente così:
#
gunzip nLinux-III-edizione.gz
Si otterrà il file nLinux-III-edizione
, pronto per il CD (nel capitolo 70 è trattato il problema della masterizzazione di CD).
Quando finalmente si dispone del CD-ROM di nanoLinux III, occorre comunque ricordare di controllare la configurazione del firmware (il BIOS), dove si deve vedere che la prima unità a essere presa in considerazione per l'avvio del sistema è il lettore CD-ROM.
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|
A seconda dell'edizione di nanoLinux III, si può presentare un logo grafico, oppure soltanto un testo esplicativo. A ogni modo, il sistema di avvio di nanoLinux III prevede di indicare una sigla che rappresenta l'unità in cui si trova il CD-ROM stesso, per poter passare al kernel l'indicazione di quale file system montare per avviare il sistema.
Supponendo che il CD-ROM sia inserito in un lettore corrispondente al file di dispositivo /dev/hdc
, al momento dell'avvio è necessario inserire la sigla hdc:
boot:
hdc
[Invio]
Trattandosi di un kernel voluminoso, la fase iniziale di verifica dei dispositivi esistenti è abbastanza lunga;(2) inoltre, la fase successiva della procedura di inizializzazione del sistema (Init), può mostrare degli errori a causa della presenza di un file system in sola lettura.
Quando si conclude la fase di avvio, il sistema si presenta come una distribuzione GNU/Linux comune, con sei console virtuali a disposizione, dove è necessario identificarsi nel modo consueto. Sono previsti solo due utenti: l'amministratore (root) e l'utente comune nano. Entrambe queste utenze sono associate alla parola d'ordine nano:
nano login:
root
[Invio]
Password:
nano
[Invio](3)
Oppure:
nano login:
nano
[Invio]
Password:
nano
[Invio](4)
Se si intende utilizzare nanoLinux III per accedere alla rete, è necessario configurare l'interfaccia o le interfacce di rete in modo manuale (si vedano a questo proposito i capitoli 114, 115 e 116).
In generale, nanoLinux III non tenta di montare i dischi presenti nell'elaboratore, ma eccezionalmente, se la prima partizione del primo disco fisso contiene un file system FAT o VFAT, questa viene montata in /mnt/hda1/
, risultando accessibile anche attraverso il collegamento /dos/
.
Se si vuole utilizzare la grafica, la si deve avviare manualmente, ma ciò conviene farlo solo in qualità di utente nano:
$
startx
Si osservi che questo script, se avviato dal CD-ROM, non deve essere messo sullo sfondo, perché richiede di specificare il tipo di adattatore grafico, suggerendo anche quanto appare all'interno di /proc/pci
.
|
Al termine dell'utilizzo del sistema, si può chiudere con il solito:
#
shutdown -h now
Tuttavia, se non sono stati montati dei dischi con dati sensibili, è sufficiente spegnere direttamente l'elaboratore, perché il CD-ROM non può alterarsi.
nanoLinux III può essere installato in una partizione di un disco fisso, manualmente, come punto di partenza per una distribuzione GNU/Linux Debian da estendere successivamente, attraverso l'installazione di altri pacchetti.
Per fare questo è disponibile fdisk, con cui si deve predisporre una partizione per la memoria virtuale (tipo 8216) e una per il file system (tipo 8316). Il procedimento per intervenire in questo modo è descritto nel capitolo 10.
Supponendo di avere definito la partizione corrispondente a /dev/hda1
per la memoria virtuale e /dev/hda2
per il file system, si deve procedere successivamente alla loro inizializzazione:
#
mkswap /dev/hda1
[Invio]
#
mkfs.ext3 /dev/hda2
[Invio]
Al termine si può montare la partizione che dovrà contenere il file system, per poi iniziare a copiarvi all'interno il contenuto del CD-ROM:
#
mount /mnt/hda2
[Invio]
#
cd /nanoLinux
[Invio]
#
cp -dpRv bin boot etc home lib opt root sbin usr var /mnt/hda2
[Invio]
#
cp -dpRv SKELETON/* /mnt/hda2
[Invio]
La copia richiede un certo tempo. Quando si può verificare che il contenuto della directory boot/
è stato copiato, si può procedere in un'altra console virtuale a installare il sistema di avvio, che si avvale di GRUB. Si continua a supporre di installare la copia di nanoLinux III nella partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hda2
:
#
grub
[Invio]
grub>
install (hd0,1)/boot/grub/stage1 (hd0)
<-'
`->(hd0,1)/boot/grub/stage2 p
<-'
`->(hd0,1)/boot/grub/menu.lst
[Invio]
grub>
quit
[Invio]
In questo modo viene installato un menù di avvio generico, con il quale viene richiesto di specificare la partizione da avviare. Volendo si può modificare il file boot/grub/menu.lst
per le proprie esigenze, soprattutto se si intende avviare anche un altro sistema operativo (si veda il capitolo 17 per la descrizione dell'utilizzo di GRUB).
Al termine della copia, oltre a predisporre il sistema di avvio, è necessario intervenire in alcune parti della configurazione; per la precisione è indispensabile modificare il file /etc/fstab
per quanto riguarda la partizione contenente la memoria virtuale e quella che contiene il file system. Si tratta delle prime due righe, che in questo caso vanno modificate nel modo seguente:
/dev/hda1 none swap sw 0 0 /dev/hda2 / ext3 defaults,errors=remount-ro 0 1 |
Se l'elaboratore in cui si lavora è connesso stabilmente a una rete locale, converrà intervenire nello script /etc/init.d/network
; si osservi che questo file è molto diverso dallo standard delle distribuzioni GNU/Linux Debian, ma nulla vieta di riportarlo alla normalità. In ogni caso, è necessario modificare i file /etc/hostname
e /etc/mailname
. Per esempio, se il proprio elaboratore deve avere il nome di dominio dinkel.brot.dg
, il primo conterrà la stringa dinkel, mentre il secondo deve contenere il nome di dominio completo.
Una volta installato nanoLinux III, si potrà osservare che lo script startx torna a comportarsi come al solito; pertanto può essere necessario intervenire nel file di configurazione /etc/XF86Config
, che in condizioni normali è predisposto per un adattatore grafico VESA.
Dalla descrizione del procedimento di installazione si comprende la presenza di un file /etc/init.d/network
diverso dallo standard. Oltre a questo ci sono altre particolarità da tenere in considerazione.
La directory /mnt/
è strutturata in una serie di sottodirectory per montare facilmente dischi e partizioni locali, assieme a file system di rete, offerti attraverso il protocollo NFS. In pratica, in base alla configurazione del file /etc/fstab
, è sufficiente montare un disco con un comando del tipo seguente, per ottenere di inserire al suo interno il dispositivo corrispondente al file /dev/nome
:
#
mount /mnt/nome
[Invio]
Per esempio per montare un dischetto nella prima unità, basta il comando seguente:
#
mount /mnt/fd0
[Invio]
Un sistema nanoLinux III prevede la condivisione di tutto il file system (compresi tutti i punti di innesto corrispondenti alle directory /mnt/*
) attraverso il protocollo NFS; ma prima di poter montare il file system di un sistema nanoLinux III, è necessario avviare il servizio corrispondente presso il servente:
#
/etc/init.d/nfs-kernel-server start
[Invio]
Per montare il file system principale di un altro sistema nanoLinux III (in cui il servizio corrispondente sia stato avviato preventivamente) è sufficiente il comando seguente:
#
mount /mnt/indirizzo_ipv4
[Invio]
Tuttavia, se quello che si intende è raggiungere qualcosa che è stato montato al suo interno, occorre dare un comando più specifico. L'esempio seguente serve a raggiungere un dischetto montato nella directory /mnt/fd0
del nodo 192.168.1.2, mettendolo a disposizione nella directory locale /mnt/a/
:
#
mount -t nfs 192.168.1.2/mnt/fd0 /mnt/a
[Invio]
Si osservi comunque che la condivisione è concessa solo a indirizzi IPv4 di «reti private».(5)
Per quanto riguarda un'introduzione sugli indirizzi di rete e le reti private, si può consultare il capitolo 111; inoltre, il servizio NFS è descritto nel capitolo 137.
Il file /etc/profile
è più articolato di quello standard. In particolare, la variabile PATH tiene conto anche di quanto contenuto nelle directory /opt/*/bin/
; inoltre, è prevista la directory /etc/script/
per gli script che non appartengono allo standard della distribuzione. Il percorso della directory /etc/script/
viene posto prima degli altri, in modo da avere la precedenza nella scelta di nomi uguali.
La configurazione della tastiera è prevista secondo le convenzioni della distribuzione GNU/Linux Debian; tuttavia si tratta di una mappa per tastiera italiana a cui sono stati aggiunti altri simboli rispetto a quella comune (per esempio le lettere accentate maiuscole). Se si aggiorna il pacchetto relativo alla gestione della tastiera, può darsi che la mappa venga rimpiazzata con quella standard, perdendo queste estensioni; se necessario, la mappa estesa si trova in /etc/console/it-base-edizione.map*
.
La gestione del mouse è sottoposta al controllo di GPM e il sistema grafico, XFree86, utilizza le informazioni generate da GPM stesso, senza accedere direttamente al mouse. La configurazione predefinita di nanoLinux III prevede l'uso di un mouse di tipo PS/2, ma si può utilizzare lo script mouse per attivare la gestione di un mouse differente:
|
Eventualmente si può anche intervenire manualmente nel file /etc/gpm.conf
e cambiare, temporaneamente, ciò che serve; si dovrà, ovviamente, riavviare il demone gpm attraverso lo script previsto dalla distribuzione:
#
/etc/init.d/gpm stop
[Invio]
#
/etc/init.d/gpm start
[Invio]
se funziona il mouse su una console, funzionerà di conseguenza anche con XFree86.
Può capitare che il demone gpm non si avvii regolarmente, anche se la configurazione predefinita corrisponde alla situazione reale. In tal caso è necessario riavviare manualmente il servizio nel modo appena mostrato. |
La procedura di inizializzazione del sistema prevede uno script in più, costituito da /etc/init.d/rc.local
, a cui fa riferimento il collegamento /etc/rcS.d/S90rc.local
. Questo script è il raccoglitore di tutto quello che deve essere fatto alla fine della procedura di avvio; in particolare, definisce il tipo di caratteri da usare per le console virtuali e tenta di rimpiazzare alcuni file che riguardano la configurazione dei gestori di finestre.
Nel caso di nanoLinux III funzionante da CD-ROM, esiste anche un altro file, /etc/init.d/rc.nanoLinux
, il cui scopo è quello di: riprodurre la struttura necessaria delle directory /var/
, /home/
e /etc/
nel file system virtuale contenuto nel disco RAM; tentare di montare la partizione /dev/hda1
come file system VFAT; tentare di attivare la memoria virtuale nel caso riesca a trovare un file nlnx3tmp.swp
(come descritto più avanti nel capitolo).
La configurazione di XFree86 è contenuta nel file /etc/X11/XF86Config
; il file /etc/X11/XF86Config.vesa
contiene la stessa configurazione e rimane di scorta.
La configurazione di partenza, si riferisce a un adattatore grafico VESA, dove si tentano di visualizzare 1024x768 punti a una profondità di 16 bit (216 colori). Si veda la parte xxi a proposito del sistema grafico X e della configurazione di XFree86.
nanoLinux III è estremamente spartano a proposito di grafica ed è disponibile solo il gestore di finestre Fvwm. Per garantire che venga avviato Fvwm è stato modificato il file /etc/X11/xinit/xinitrc
e per garantire che rimanga così, nella directory /etc/X11/xinit/
ne è disponibile una copia di scorta che viene ricopiata automaticamente per opera dello script /etc/init.d/rc.local
, già descritto.
Per quanto riguarda la configurazione del gestore di finestre Fvwm, anche questa è stata riscritta (il file /etc/X11/fvwm/system.fvwm2rc
) e lo script /etc/init.d/rc.local
provvede a mantenerla come disposto per nanoLinux III.
Se si gradisce questo tipo di impostazione, le modifiche per il menù di Fvwm vanno apportate precisamente nel file /etc/X11/fvwm/system.fvwm2rc.nanoLinux
; altrimenti, per ripristinare le condizioni normali, basta togliere le istruzioni che ricopiano ogni volta questo file all'interno di /etc/init.d/rc.local
, compreso eventualmente quanto riguarda /etc/X11/xinit/
; aggiornando successivamente i pacchetti relativi, le cose dovrebbero tornare lentamente alla normalità.
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxi dedicata alla gestione grafica.
I file di configurazione di Bind, per la risoluzione dei nomi, sono collocati tutti nella directory /etc/bind/
e le zone di competenza, nell'impostazione iniziale, si riferiscono all'indirizzo 127.0.0.1 e, a scopo didattico, anche ad alcuni indirizzi IPv4 privati. Inoltre, il nome nano
viene indicato nel file /etc/hosts
, come sinonimo di localhost
, per garantire il funzionamento di alcuni programmi (si veda il capitolo 122 a proposito della configurazione di un servizio DNS con Bind).
nanoLinux III prevede un MTA per l'invio e il recapito della posta elettronica. Si tratta precisamente di Exim, che risulta configurato in modo da consentire l'invio di messaggi anche a nodi identificati attraverso il numero dell'indirizzo IP, secondo un formato simile all'esempio seguente:
nano@[192.168.1.2]
Si osservi la necessità delle parentesi quadre per delimitare l'indirizzo.
In questo modo, si può usare Mailx (il programma mail) per inviare dei messaggi ad altri elaboratori in cui è in funzione nanoLinux III. Tuttavia, i messaggi risultano trasmessi tutti da nano@nano
, ovvero da un mittente irraggiungibile.
Con questo tipo di impostazione, l'invio di messaggi a indirizzi normali, potrebbe risultare impedito da parte dei serventi SMTP remoti, a causa dell'impossibilità di risolvere il dominio di origine nano
.
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxix dedicata alla gestione della posta elettronica.
È disponibile il servente HTTP Boa. Per facilitarne l'utilizzo quando nanoLinux III è avviato da CD-ROM, la sua configurazione standard è stata modificata in modo da far corrispondere agli URI http://nodo/a/
e http://nodo/c/
, rispettivamente quanto contenuto in /mnt/fd0
e /mnt/hda1
. In questo modo, si raggiunge facilmente il contenuto di un dischetto o ciò che potrebbe essere contenuto nella prima partizione del primo disco fisso (probabilmente un file system VFAT).
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxx dedicata alla gestione di un servizio HTTP.
nanoLinux III dispone di un servente per il protocollo SECSH (Secure Shell), che però non viene avviato automaticamente con il sistema operativo, perché sarebbe anche troppo facile raggiungere l'elaboratore conoscendo perfettamente le parola d'ordine dei due utenti previsti. Inoltre, come già descritto, anche la condivisione dei dati attraverso il protocollo NFS non è attiva in modo predefinito. Per attivare questi due servizi, rispettivamente, si può intervenire nel modo seguente:
#
/etc/init.d/ssh start
[Invio]
#
/etc/init.d/nfs-kernel-server start
[Invio]
All'interno della directory /etc/script/
è presente lo script ppp-on che dovrebbe consentire un collegamento facilitato attraverso alcuni fornitori di accesso nazionali che offrono un servizio gratuito. Il funzionamento di questo script dipende dalla presenza di un modem esterno collegato a una porta seriale standard.
Se tutto va bene, è sufficiente avviare ppp-on con i privilegi dell'utente root e seguire le istruzioni. Viene richiesto di selezionare il fornitore, il nominativo dell'utenza con cui si è riconosciuti, la parola d'ordine, la porta seriale corrispondente al modem e il numero di telefono. In ogni momento è possibile annullare l'operazione con la combinazione [Ctrl+c].
Lo script, attraverso le informazioni inserite, crea i file /etc/ppp/chap-secrets
e /etc/ppp/pap-secrets
di volta in volta.
Per concludere un collegamento attivato in questo modo si può usare lo script ppp-off, oppure si può eliminare il processo corrispondente a pppd.
Se si installa nanoLinux III nel disco fisso, può essere conveniente modificare questo script in modo da inserire stabilmente alcune informazioni personali, quali il nominativo, la parola d'ordine e il file di dispositivo relativo al modem, attraverso l'impostazione di alcune variabili di ambiente, il cui significato dovrebbe essere intuitivo:
#----------------------------------------------------------------------- # Variabili personalizzabili. #----------------------------------------------------------------------- PASSWORD_LIBERO="frt653w8" PASSWORD_WIND="dsweaq287" PASSWORD_TISCALI="jkiuvcdsw3" PASSWORD_TIN="98jmnvcds" PASSWORD_INTERFREE="98dsa23asd" UTENTE_LIBERO="tizio.tizi@libero.it" UTENTE_WIND="tizio.tizi" UTENTE_TISCALI="tizio.tizi" UTENTE_TIN="tizio87" UTENTE_INTERFREE="blabla56" TELEFONO_LIBERO="" TELEFONO_WIND="" TELEFONO_TISCALI="" TELEFONO_TIN="" TELEFONO_INTERFREE="" PERIFERICA="/dev/ttyS0" |
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xxvi dedicata alla gestione di modem e porte seriali.
nanoLinux III include un servente di stampa di tipo BSD, abbinato a un filtro di stampa pronto per tutti i tipi di stampante gestibile. Basta leggere il file /etc/printcap
per sapere quale nome si può scegliere con il comando lpr, oppure si può usare lo script printers, per scorrere l'elenco dei nomi disponibili. Per esempio se si dispone di una stampante compatibile con il modello HP Laserjet generico, si può usare in questo modo:
lpr -Plaserjet
Naturalmente, quando si installa nanoLinux III nel disco fisso, si può modificare il file /etc/printcap
, ricopiando la definizione della stampante che serve, attribuendo poi il nome lp, cosa che consente di stampare senza usare più l'opzione -P. Tuttavia, prima di aggiungere questo nome, si controlli che non sia già presente da qualche altra parte nel file. Segue un esempio riferito alla stampa compatibile con un modello HP Laserjet generico:
lp:\ :lp=/dev/lp0:\ :sd=/var/spool/lpd/lp:\ :af=/var/log/lp-acct:\ :lf=/var/log/lp-errs:\ :if=/etc/magicfilter/laserjet-filter:\ :pl#66:\ :pw#80:\ :pc#150:\ :mx#0:\ :sh: |
Volendo tentare di usare il sistema di stampa normale anche dal CD-ROM, basta selezionare il programma lpr con il suo percorso esatto: /usr/bin/lpr
.
Si rammenti che, almeno per il momento, nanoLinux III è predisposto solo per stampare attraverso la porta parallela. |
Per approfondire l'argomento si può consultare la parte xx dedicata alla stampa.
nanoLinux III è fatto per non interferire con il disco fisso, ma se lo si desidera, è possibile creare e poi utilizzare un file come memoria virtuale. Si crea e si attiva questo file con il comando seguente:
swap file_di_dispositivo
Per esempio, il comando seguente tenta di creare il file nlnx3tmp.swp
, nella directory radice della partizione corrispondente al file di dispositivo /dev/hda1
, attivando all'interno di questo la gestione dello scambio della memoria virtuale:
#
swap /dev/hda1
Se il disco o la partizione indicati hanno una dimensione adeguata e c'è spazio libero a sufficienza, il file viene creato e lo scambio della memoria viene attivato.
All'avvio del CD-ROM, il sistema controlla le partizioni corrispondenti ai file di dispositivo da |
Quando nanoLinux III funziona da un CD-ROM, alcuni file di configurazione che si trovano normalmente a partire dalla directory /etc/
, sono dei collegamenti simbolici a file contenuti in realtà nella directory /ramdisk/etc/
, che è modificabile, anche se solo in modo temporaneo. Ciò consente di definire dinamicamente la configurazione di alcuni applicativi, come nel caso di XFree86 e della connessione PPP attraverso la linea telefonica commutata.
Oltre alle esigenze pratiche di funzionamento del CD-ROM, altri file sono stati trasferiti sotto /ramdisk/etc/
, per consentirne la modifica a scopo didattico. Per esempio è possibile cambiare la configurazione del DNS, modificando le zone test.dg
e 1.1.10.in-addr.arpa
.
Sempre per motivi didattici, nanoLinux III include PostgreSQL, che per funzionare da CD-ROM, deve disporre dei file delle basi di dati a partire da /ramdisk/var/lib/postgres/
. Tuttavia, dal momento che ciò richiede un dispendio di memoria molto elevato, la copia di questi dati nel disco RAM viene fatta attraverso uno script apposito, che prepara e avvia il servizio: startpostgresql.(6) Eventualmente, è disponibile anche lo script droppostgresql, che ferma il servizio e cancella i dati dalla memoria. Naturalmente, l'utilità di questo tipo di programma sta solo nel poter scrivere degli script da eseguire poi con psql; script che possono risiedere in un dischetto montato per l'occasione.
Tra le varie applicazioni che accompagnano nanoLinux III, c'è anche VNC (capitolo 100). A questo sono stati associati alcuni script per facilitarne l'utilizzo con degli studenti e anche in altre situazioni, come descritto nella tabella seguente.
Questi script sono pensati per due situazioni comuni: un insegnante che ha la necessità di mostrare a tutti quello che sta facendo, oppure un insegnante o un tutore che hanno bisogno di controllare in qualche modo ciò che stanno facendo gli studenti.
Nel primo caso, l'insegnante avvia uno degli script vncsc*, specificando la parola d'ordine che poi comunicherà agli studenti, i quali si collegheranno al servente VNC dell'insegnante, con lo script vncv.
Nel secondo caso, viene richiesto agli studenti di avviare X per mezzo di uno degli script sharedx*, in modo che l'insegnante possa controllare attraverso uno degli script takesharedx*. Si osservi che con gli script sharedx* e takesharedx* non viene inserita alcuna parola d'ordine, perché ne viene usata una prestabilita. Si osservi anche che con questi script non si specifica mai il numero della stazione grafica, perché deve trattarsi di :1.
nanoLinux III esiste con lo scopo di poter essere adattato facilmente alle proprie esigenze, aggiungendo e togliendo pacchetti a seconda dei bisogni. Per poter intervenire in questo modo, è necessario predisporre una directory all'interno del file system di un sistema GNU/Linux preesistente, dove la sottodirectory nanoLinux/
deve essere vuota e il suo contenuto viene montato da una partizione libera. Per esempio, la directory di partenza potrebbe essere /home/nano/
e la partizione libera potrebbe corrispondere al file di dispositivo /dev/hdb1
. In tal modo, il file system contenuto in /dev/hdb1
corrisponde in pratica a nanoLinux III installato su CD-ROM, ma senza adattamenti, a parte la necessità di adeguare il file /etc/fstab
; avviando il sistema operativo corrispondente a questa partizione, si può lavorare per installare o eliminare qualche pacchetto.
Una volta fatte le modifiche necessarie, si riavvia, in modo da avere il sistema normale, con la directory /home/nano/
, contenente ciò che manca e che serve per far funzionare nanoLinux III in un CD-ROM. Appena possibile si monterà la partizione /dev/hdb1
nella directory /home/nano/nanoLinux/
.
Prima di passare alla creazione dell'immagine del CD-ROM e alla masterizzazione successiva, si devono sistemare alcune cose, come la cancellazione della directory temporanea, la creazione di una directory etc/
adatta e l'eliminazione del superfluo nelle directory usr/share/doc/*/
per risparmiare spazio. Di tutto questo si prende cura lo script usato per la masterizzazione, isolinux/makecdrom
, che va modificato in base alle caratteristiche del proprio masterizzatore.
Al termine, ci si pone all'inizio della gerarchia (nel caso di questo esempio si tratta della directory /home/nano/
e si avvia lo script:
#
isolinux/makecdrom
[Invio]
Dynebolic
Knoppix
Demolinux
Tabella 15.2. Riepilogo degli applicativi più importanti che sono presenti nel CD-ROM di nanoLinux III.
Applicativi | Annotazioni |
VI | Programma tradizionale per la creazione e la modifica dei file di testo (capitolo 84). |
Midnight Commander (mc, mcedit) | Shell molto sofisticata con programma di modifica di file di testo integrato (capitolo 85). |
Perl, Gcc | Interpreti e compilatori (parti lvii e lv). |
Tar, Gzip, Bzip2, Zip | Programmi per l'archiviazione dei dati (capitolo 76). |
Timidity, MP3blaster, PlayMPEG | Programmi per la riproduzione di formati audio e video (capitoli 337 e 339). |
AbiWord | Scrittura (capitolo 107). |
Gnumeric | Foglio elettronico (capitolo 106). |
MagicPoint | Programma di presentazione (capitolo 108). Si avvia da una finestra di terminale (con l'eseguibile mpg), indicando il file della presentazione. |
PostgreSQL | DBMS (capitolo 324). Si attiva la gestione delle basi di dati con il comando startpostgresql e si disattiva con droppostgresql (con i privilegi dell'utente root). |
PgAccess, Psql | Programmi frontali per l'accesso a una base di dati gestita da PostgreSQL (capitolo 326). |
Boa | Servente HTTP (capitolo 161). |
Galeon, Mozilla, Links, Wget | Programmi per la navigazione ipertestuale con il protocollo HTTP. |
Amaya | Programma visuale per la realizzazione di documenti HTML, rispettando gli standard (capitolo 264). |
Exim | MTA (capitolo 156). Gli indirizzi di posta elettronica che contengono indirizzi IPv4, devono essere racchiusi tra parentesi quadre, tipo: nano@[192.168.1.2] . |
Balsa, Mailx (mail) | MUA per l'invio e la lettura di messaggi di posta elettronica, aderenti al formato Unix mailbox (capitolo 151). |
Bind | Servente DNS (capitolo 122). Alcuni file di configurazione possono essere modificati a scopo didattico. |
Host, Dig, Whois | Programmi per consultare il DNS. |
Geg, Gnuplot | Programmi per il disegno di funzioni (parte lxviii). |
Xfig, Gimp | Programmi di disegno e di fotoritocco (capitoli 109 e 104). |
Ghostscript, Ghostview, GV, Xpdf | Programmi per la conversione e la visualizzazione del formato PostScript e PDF (parte xx). |
OpenSSH | Servente e cliente per il protocollo SECSH (capitolo 202). Il demone che svolge il ruolo di servente deve essere avviato esplicitamente: /etc/init.d/ssh start. |
Netstat, IPTraf, Ethereal | Applicativi per il controllo e lo studio pratico delle reti (capitolo 190). |
VNC | Servente e cliente VNC (capitolo 100). |
Tabella 15.3. Riepilogo dei programmi e degli script specifici di nanoLinux III.
daniele @ swlibero.org
1) nanoLinux III GNU-GPL; i singoli applicativi sono sottoposti eventualmente alle loro condizioni specifiche
2) Se si dispone di una stampante collegata alla porta parallela, questa potrebbe emettere una pagina con alcuni simboli senza significato, a causa dei tentativi del kernel.
3) La parola d'ordine viene inserita senza poterla vedere sullo schermo.
4) La parola d'ordine viene inserita senza poterla vedere sullo schermo.
5) Si tratta precisamente degli indirizzi 10.0.0.0/8, 172.16.0.0/12 e 192.168.0.0/16.
6) startpostgresql e droppostgresql vanno avviati con i privilegi dell'utente root.
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome nanolinux_nbsp_iii.html
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