Limiti di dose (evoluzione nel
tempo):
Limiti
attualmente in vigore (ICRP 90 e
D.Lgs 230/95)
La Commissione Internazionale di Radioprotezione (ICRP) nelle
sue raccomandazioni ha stabilito quelli che debbono essere i
principi fondamentali di radioprotezione ai quali attenersi allo
scopo di predisporre un sistema di protezione radiologica
efficace:
- giustificazione della
pratica;
- ottimizzazione della
protezione;
- limitazione delle dosi
individuali.
Detti principi sono stati pienamente recepiti nella normativa
di legge italiana recentemente entrata in vigore, attraverso
l'art. 2 del D.Lgs. 230/95, che ne stabilisce il rispetto, nella
disciplina delle attività con rischio da radiazioni
ionizzanti, nei termini seguenti:
a) ai tipi di attività che comportano esposizione alle
radiazioni ionizzanti debbono essere preventivamente giustificati
e periodicamente riconsiderati alla luce dei benefici che da essi
derivano;
b) le esposizioni alle radiazioni ionizzanti debbono essere
mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile,
tenuto conto dei fattori economici e sociali;
c) la somma delle dosi ricevute e impegnate non deve superare i
limiti prescritti, in accordo con le disposizioni del presente
decreto e dei relativi provvedimenti appplicativi.
Si richiama in particolare l'attenzione sul secondo basilare
principio, detto anche principio ALARA, attraverso il quale
vengono di fatto stabiliti gli obbiettivi di radioprotezione da
osservare nelle varie attività, e con questi gli effettivi
valori delle dosi che riceveranno i lavoratori e le persone del
pubblico, di norma assai più modesti dei limiti individuali
fissati con il terzo principio, che vengono così a
rappresentare soltanto un'ulteriore garanzia per gli individui
esposti. In una pratica appropriatamente ottimizzata raramente le
dosi ricevute dai lavoratori potranno eccedere una modesta
frazione dei limiti individuali raccomandati.
Strumentazione
per la misura delle radiazioni ionizzanti
Tutti gli strumenti di misura delle radiazioni ionizzanti sono
costituiti sostanzialmente di due parti:
il rivelatore, che consiste in una sostanza e/o apparecchiatura
che in qualche modo risponde all'azione delle radiazioni, fornendo
informazioni sulla massa, la carica elettrica, l'energia, la
direzione delle particelle etc. che lo attraversano;
il sistema di misura associato necessario fornisce una misura
quantitativa del fenomeno studiato.
Rivelatori
I metodi di rivelazione delle radiazioni ionizzanti si basano
fondamentalmente sul fenomeno della ionizzazione, della
eccitazione e della dissociazione molecolare. Fra i rivelatori che
sfruttano la ionizzazione si possono annoverare:
camere a ionizzazione
tubi Geiger Müller
dispositivi e stato solido
etc.
Fra i rivelatori che sfruttano l'eccitazione e la dissociazione
molecolare si possono annoverare:
rivelatori a
scintillazione
dosimetri chimici.
Camere a ionizzazione
Tali rivelatori sfruttano la proprietà che le radiazioni
hanno da ionizzare il mezzo attraversato: la radiazione
ionizzante, attraversando il mezzo di cui è costituito il
rivelatore, lo ionizza producendo coppie di ioni e il suo
passaggio viene rivelato, mediante un opportuno campo elettrico,
misurando l'intensità della corrente prodotta.
Rivelatori
a stato solido a giunzione
Tali rivelatori sfruttano la capacità che le radiazioni
ionizzanti hanno di ionizzare tutti i materiali compresi i solidi.
Un rivelatore a giunzione consiste
essenzialmente in un cristallo costituito di due parti una ricca
cariche positive e l'altra ricca di cariche negative al quale
viene applicata opportuna tensione esterna il cui scopo è
di creare un'area senza cariche dove la radiazione incidente possa
creare ionizzazione.Le coppie di ioni formate migrando verso gli
elettrodi di polarità opposta, forniranno un impulso di
corrente di ampiezza proporzionale all'energia della particella
carica. La caratteristica più importante dei rivelatori a
giunzione è quella di avere un'elevata risoluzione in
energia.Qualità che li rende molto adatti per la
spettrometria delle radiazioni ionizzanti.
Rivelatori
a scintillazione
Molte sostanze solide, liquide e gassose emettono luce quando
sono immerse in un campo di radiazioni ionizzanti. Questo fenomeno
prende il nome di luminescenza. Più precisamente si parla
di fluorescenza se l'emissione di luce avviene entro
10-8s dall'eccitazione e di fosforescenza se avviene in
tempi maggiori. Il segnale luminoso prodotto viene trasformato in
un impulso di corrente proporzionale all'energia rilasciata dalla
particella carica. La caratteristica principale è quella di
avere un'elevata efficienza di rivelazione. La loro risoluzione in
energia ne limita attualmente l'uso dell'ambito delle misure di
spettrometria.