[successivo] [precedente] [inizio] [fine] [indice generale] [violazione GPL] [translators] [docinfo] [indice analitico] [volume] [parte]
La disponibilità di software proprietario per GNU/Linux dimostra la maturità di questo sistema operativo. Negli ambienti meno preparati dal punto di vista informatico, i sistemi operativi Unix sono semplicemente temuti. Il software proprietario confortevole e spesso uniforme tra una piattaforma e un'altra, permette di attenuare questi problemi di inserimento.
Attualmente il software libero offre molte alternative valide alla maggior parte del software proprietario; pertanto, le notizie che appaiono in questo capitolo, hanno più un valore storico che altro.
Motif (1) è un'interfaccia grafica sviluppata originariamente da OSF (Open software foundation), divenuta attualmente parte di The Open Group. Motif costituisce ancora uno standard molto importante, tanto che quasi tutte le applicazioni grafiche proprietarie, funzionanti su Unix e quindi su X, utilizzano questa GUI.
La cosa più importante di Motif sono le librerie che possono fornire ai programmi una serie di funzioni e di oggetti grafici.
Un programma che utilizza le librerie Motif può essere stato compilato utilizzando queste librerie in modo differente: con un link statico o dinamico.
Un programma prodotto con un link statico si trova in pratica a incorporare le librerie, per cui, può essere utilizzato così com'è senza la necessità di installarle separatamente. Un programma prodotto con un link dinamico richiede la presenza delle librerie, ma ha il vantaggio di richiedere un po' meno risorse rispetto a quello compilato in modo statico.
Normalmente, la licenza di Motif consente di incorporare le librerie nel programma e non di distribuirle assieme al programma. Di conseguenza, se si vogliono utilizzare programmi che si servono delle librerie Motif in modo dinamico, occorre acquistare una copia delle librerie Motif.
Motif viene commercializzato da diverse aziende che spesso utilizzando nomi differenti. Nella maggior parte dei casi si tratta sempre di lavori derivati dagli stessi sorgenti e perfettamente compatibili con l'originale, ma l'uso del nome Motif ha un prezzo.
Per quanto riguarda la piattaforma i386 si possono trovare nomi come Moo-tiff, SWiM, Metro Link, MoTeeth,...
StarOffice (2) è stato prodotto dalla Star Division, oggi acquisita dalla Sun Microsystems (<http://www.sun.com/staroffice/>). Si tratta di un pacchetto integrato per ufficio, comprendente un programma di scrittura, un foglio elettronico, un programma di disegno vettoriale, un programma per il fotoritocco, un disegnatore di grafici e un programma per la scrittura di equazioni.
Una delle caratteristiche più importanti è la sua compatibilità con i formati di altri prodotti proprietari, almeno fino alle versioni esistenti nell'anno 1997; inoltre, anche se si tratta di un'edizione molto vecchia, c'è da considerare che si tratta della versione che esige meno risorse per funzionare e per questo è l'unica che possa essere usata su macchine con poco più di 16 Mibyte di memoria centrale.
La versione per GNU/Linux può essere ritrovata ancora in diversi FTP e per raggiungerli si può sempre chiedere aiuto a FTPSearch <http://www.alltheweb.com/?c=ftp>.(3)
La versione GNU/Linux di StarOffice è organizzata in blocchetti contenuti in archivi compressi attraverso tar e gzip. I file utili sono:
StarOffice31-common.tar.gz
;
StarOffice31-english.tar.gz
;
StarOffice31-dynbin.tar.gz
, nel caso si disponga di Motif 2.0;
StarOffice31-statbin.tar.gz
, nel caso non si disponga di Motif 2.0.
Nel caso si disponga già dei file della versione 3.1beta4, basta utilizzare l'archivio |
Le versioni Unix di StarOffice, utilizzano la libreria grafica Motif 2.0, cioè un altro prodotto proprietario. Per questo motivo, tra i file di StarOffice che vengono distribuiti, esistono due tipi di binari: quelli che richiedono la presenza della libreria Motif e quelli che sono stati compilati in modo da contenerla già come libreria statica. I secondi sono i binari che possono essere utilizzati senza la libreria Motif, anche se ciò penalizza notevolmente le prestazioni di StarOffice.
StarOffice richiede la presenza di una versione di libc superiore o uguale a 5.4.4. Se nel proprio sistema è installata una versione precedente, bisogna provvedere all'aggiornamento. Se non si ha la possibilità di effettuare un aggiornamento automatico, dopo aver copiato i file aggiornati della libreria nella directory /lib/
, occorre correggere il collegamento libc.so.5
, ma in un colpo solo! Supponendo di avere copiato i file della versione 5.4.28, si può procedere come nell'esempio seguente:
#
ln -sf /lib/libc.so.5.4.28 /lib/libc.so.5
StarOffice è sensibile al contenuto della variabile di ambiente LANG. Se contiene il valore corretto, cioè it_IT (o it_IT.ISO-8859-1, si può verificare con locale -a), tutti i messaggi (o quasi) appariranno in italiano.
Vale la pena di predisporre in ogni caso questa variabile, non solo per StarOffice.
La collocazione del programma non è obbligatoria, a parte il nome della directory da cui si dirama tutto l'applicativo: StarOffice-3.1/
. Normalmente si pongono due alternative: installare a partire dalla directory /usr/local/
, oppure da /opt/
: negli esempi che seguono si suppone di installare da questa ultima directory.
Ci si posiziona nella directory /opt/
e da lì si espandono i file necessari.
Se si installa la versione beta, occorre espandere l'archivio |
#
cd /opt
#
tar xzvf StarOffice31-common.tar.gz
#
tar xzvf StarOffice31-english.tar.gz
...
L'archivio StarOffice31-common.tar.gz
, espandendosi, colloca una serie di librerie nella directory /opt/StarOffice-3.1/linux-x86/lib/
. Prima di poter fare qualunque cosa con StarOffice, occorre aggiornare il file /etc/ld.so.conf
e avviare il programma ldconfig in modo da ottenere un nuovo file /etc/ld.so.cache
.
Si procede aggiungendo la riga seguente al file /etc/ld.so.conf
.
/opt/StarOffice-3.1/linux-x86/lib/
Quindi si avvia semplicemente il programma ldconfig che provvede a fare il resto.
#
ldconfig
Eventualmente, se non si vuole intervenire in questo modo, si può agire su una variabile di ambiente, LD_LIBRARY_PATH, che deve contenere anche il percorso necessario a raggiungere le librerie di StarOffice. Questa variabile viene gestita normalmente attraverso uno script creato automaticamente dalla procedura di installazione.
Finalmente, al termine di tutte queste operazioni ogni utente è pronto per installare StarOffice nella propria directory personale. Le operazioni seguenti vanno svolte utilizzando una finestra di terminale (come xterm per esempio) all'interno dell'ambiente grafico X.
$
cd /opt/StarOffice-3.1
$
./setup
StarOffice 3.1 Installation Tool
Dopo la presentazione, viene offerta una scelta possibile tra diversi tipi di installazione:
installazione da rete o CD;
personalizza installazione;
installazione minima;
installazione standard.
Nel primo caso, viene creata la directory ~/StarOffice-3.1/
contenente altre directory e poi soltanto collegamenti a file contenuti nella posizione originale. Negli altri casi, vengono copiate localmente le porzioni di StarOffice che si intendono utilizzare. In generale, dovrebbe essere sufficiente il primo tipo di installazione.
Al termine, nella directory personale dell'utente si troveranno due script: .sd.sh
e .sd.csh
. Il primo è fatto per essere interpretato da una shell Bourne o una compatibile, mentre il secondo da una shell C.
In pratica, se si utilizza la shell Bash, si tratta di includere alla fine di ~/.bash_profile
o ~/.profile
, o ancora in ~/.bashrc
(a seconda di come è organizzato il proprio sistema), la riga seguente:
. ~/.sd.sh
In questo modo, il file .sd.sh
viene letto ed eseguito.
Il file |
Potrebbe anche capitare che il programma setup non funzioni nella propria installazione di GNU/Linux. Tuttavia, non è detto che sia pregiudicato il funzionamento del resto dell'applicativo.
La cosa più importante che viene svolta dal programma di installazione è la creazione dei due file script citati precedentemente. Si può sostituire la loro funzione con lo script seguente, adatto per una shell Bourne o derivata.
#!/bin/sh PATH="/opt/StarOffice-3.1/linux-x86/bin:$PATH" export PATH LD_LIBRARY_PATH="/opt/StarOffice-3.1/linux-x86/lib:$LD_LIBRARY_PATH" export LD_LIBRARY_PATH XPPATH="/opt/StarOffice-3.1/xp3" export XPPATH HELPPATH="/opt/StarOffice-3.1/linux-x86/modules" export HELPPATH XENVIRONMENT="/opt/StarOffice-3.1/starview.xres" export XENVIRONMENT SVFONTPATH="/opt/StarOffice-3.1/fonts/75dpi:\ /opt/StarOffice-3.1/fonts/75dpi/bdf:/opt/StarOffice-3.1/fonts/type1" export SVFONTPATH SVHOME="$HOME" export SVHOME
Evidentemente, se si intende installare StarOffice a partire da una directory differente da /opt/
, occorre cambiare i percorsi indicati nell'esempio. La creazione della directory ~/StarOffice-3.1/
(quella che parte dalla directory personale dell'utente) e delle discendenti, con il loro contenuto di collegamenti simbolici, non è strettamente necessaria: a volte si potrebbero ricevere delle segnalazioni di errore, così come qualche componente potrebbe non funzionare perfettamente. Eventualmente si può provare a creare un collegamento simbolico che punti direttamente alla posizione originale dell'applicativo, come nell'esempio seguente:
$
ln -s /opt/StarOffice-3.1 ~/StarOffice-3.1
I file binari di StarOffice sono collocati nella directory /opt/StarOffice-3.1/linux-x86/bin/
, ma se l'installazione personale è stata eseguita correttamente, dovrebbero essere raggiungibili senza l'indicazione del percorso.
Prima di avviare un eseguibile qualunque di StarOffice, conviene attivare la guida interattiva e il sistema di comunicazione interna.
$
svdaemon
$
svportmap
I programmi a disposizione sono:
sdraw3 -- un disegnatore vettoriale;
swriter3 -- un programma di scrittura;
scalc3 -- un foglio elettronico;
smath3 -- un programma per la scrittura di equazioni matematiche;
schart3 -- un programma di grafici;
simage3 -- un programma per il fotoritocco.
Se la variabile LANG è configurata correttamente, i messaggi appaiono in lingua italiana, ma non tutti, dove mancano le traduzioni appaiono in inglese o in tedesco.
È importante sapere che «beenden» significa terminare, ovvero, «fine lavoro».
StarOffice è (almeno in teoria) in grado di gestire alcuni tipi di stampanti diversi da PostScript. Utilizzando lpr (cioè il sistema di stampa BSD, o uno compatibile), è sufficiente avere predisposto un filtro di stampa adatto a convertire il formato PostScript in quello della propria stampante. Quando si stampa, quindi, si deve scegliere il tipo di stampante lp, eventualmente modificando la riga di comando. Di solito è sufficiente specificare la voce corrispondente alla stampante o al filtro di stampa più adatto alle proprie esigenze.
La distribuzione GNU/Linux Debian organizza un pacchetto speciale, per installare StarOffice 3.1. Il nome del pacchetto in questione è staroffice3; con questo basta procurarsi i file che compongono la distribuzione originale di StarOffice 3.1 e collocarli nella directory /tmp/
. L'installazione del pacchetto Debian, attraverso l'avvio degli script di installazione, provvede a installare anche i file di StarOffice, predisponendo tutti gli accorgimenti necessari a garantire il suo funzionamento corretto.
Il pacchetto staroffice3 organizza anche alcuni script che avvolgono gli eseguibili originali. Questo serve a controllare all'avvio che tutto sia in ordine e, se necessario, ad avviare prima l'installazione personale del programma. In questo modo, vengono creati automaticamente anche i file ~/.sd.sh
e ~/.sd.csh
, che poi vengono caricati automaticamente, senza la necessità di manomettere la configurazione della propria shell.
In breve, se si utilizza la distribuzione Debian, l'installazione di StarOffice 3.1 diventa un'operazione banale.
Se si vuole disinstallare StarOffice 3.1, quando questo è stato installato con l'aiuto del pacchetto Debian a cui si fa riferimento, basta disinstallare il pacchetto: i suoi script di disinstallazione provvedono a eliminarlo.
StarOffice (4) nella versione 5.1 torna a essere accessibile gratuitamente, con una licenza che consente espressamente la duplicazione per uso interno. Quello che conta è acquisire «correttamente» il pacchetto degli eseguibili binari, da una fonte autorizzata. A questo proposito, la stessa Sun Microsystems vende il CD-ROM (senza assistenza) a un prezzo molto basso. Comunque, è bene non fare confusione: non si tratta di software libero, ma di software gratuito.(5)
Questa versione di StarOffice è disponibile solo su piattaforma i386 e richiede molta memoria centrale: 64 Mibyte, anche se teoricamente ne basterebbero solo 32. Per quanto riguarda GNU/Linux, è importante poter disporre di un kernel relativamente recente, sono indispensabili le librerie GNU C Library (ovvero /lib/libc.so.6*
) ed è necessario che X sia messo in funzione con una risoluzione di almeno 256 colori (8 bit).
La versione GNU/Linux di StarOffice 5.1 è distribuita in pratica in un solo archivio tar, che non è compresso perché i file che contiene sono già stati compressi in precedenza. Il file in questione è so51a_lnx_39.tar
, oppure potrebbe trattarsi di un nome simile in caso di edizioni successive, anche se attribuibili sempre alla stessa versione 5.1. Il contenuto di questo file deve essere estratto da qualche parte, per esempio in una directory temporanea:
#
tar xvf so51a_lnx_39.tar
Come si vede, in questa fase conviene agire con i privilegi dell'utente root. Dopo aver estratto il contenuto dell'archivio, si ottengono due sottodirectory: in una si trova la documentazione (so51inst/documentation/
), che dovrebbe essere distribuita in forma di file PDF, mentre nell'altra (so51inst/office51/
) si trovano una serie di file che vengono usati nell'installazione.
#
cd so51inst/office51
Conviene spostarsi nella directory contenente i file necessari all'installazione, come si vede nell'esempio. Qui si dovrebbero trovare un paio di file di testo: LICENSE
, che è bene leggere prima di iniziare l'installazione, e README
che riepiloga le informazioni salienti sull'installazione del pacchetto.
Per iniziare l'installazione basta avviare l'eseguibile setup, tenendo conto però che è necessario farlo a partire dall'ambiente grafico. |
La prima volta che si installa il pacchetto nel sistema, è bene utilizzare l'opzione /net, in modo da renderla disponibile a tutti gli utenti:
#
./setup /net
A questo punto, il programma di installazione si avvia e comincia a mostrare le finestre di dialogo attraverso le quali guida l'amministratore all'installazione dell'applicazione.
Viene mostrato il testo del file README
e del file LICENSE
, quindi viene richiesta l'approvazione esplicita del contenuto del secondo. Successivamente si passa alla selezione dei componenti che si vogliono installare: in condizioni normali si seleziona tutto, «installazione standard», evitando così di essere interrogati ulteriormente a questo proposito. Dopo questa fase, subito prima di passare all'installazione dei file, viene richiesta la directory in cui dovrà risiedere l'applicativo. In questa situazione, è consigliabile limitarsi a due sole alternative: /opt/Office51
, oppure /usr/local/Office51
.
Purtroppo, l'installazione generale non basta: ogni utente che vuole usare l'applicativo deve avviare una sua configurazione, attraverso la quale verrà anche invitato a registrarsi personalmente (anche se per questo non si è obbligati espressamente).
Una volta che i file di StarOffice sono stati installati nel sistema dall'amministratore, supponendo che questo sia avvenuto nella directory /opt/Office51/
, l'utente che vuole farne uso deve configurarlo la prima volta, sempre attraverso l'interfaccia grafica:
$
/opt/Office51/bin/setup
Questa volta, oltre a chiedere l'approvazione della licenza d'uso, l'utente è invitato a inserire i propri dati, allo scopo di effettuare la registrazione. La compilazione di questa mascherina non è indispensabile per il funzionamento di StarOffice.
Successivamente viene chiesto di precisare il tipo di «installazione» che si intende eseguire. Infatti, devono essere installati alcuni file, potendo scegliere tra l'installare solo il minimo indispensabile, «installazione workstation standard», oppure l'installazione dell'applicativo completo in una sottodirectory della propria directory personale. In condizioni normali, gli utenti sceglieranno la prima ipotesi. In ogni caso, questi file vanno installati da qualche parte ed è normale che questo avvenga nella directory ~/Office51/
.
L'avvio dell'applicativo, una volta completate le fasi di installazione e di configurazione, avviene per mezzo dell'eseguibile soffice, meglio se con tutto il suo percorso iniziale:
$
/opt/Office51/bin/soffice &
In generale, se il proprio sistema GNU/Linux è stato configurato correttamente per ciò che riguarda la stampa, in modo che attraverso il comando lpr possano essere stampati file PostScript, non c'è bisogno di modificare l'impostazione predefinita di StarOffice sulla stampa. Eventualmente, l'amministratore del sistema potrebbe valutare la possibilità di ritoccare qualcosa attraverso il programma spadmin:
#
/opt/Office51/bin/spadmin
StarOffice 5.2 ha un'installazione simile a quella della versione 5.1. L'archivio viene fornito in forma binaria, dove l'estrazione del contenuto prima dell'installazione vera e propria avviene in modo automatico, creando una directory temporanea che al termine viene rimossa.
Per l'installazione è sufficiente il file eseguibile so-5_2-ga-bin-linux-it.bin, procedendo semplicemente secondo i passi seguenti:
l'utente root avvia X e da lì, con una finestra di terminale, avvia l'eseguibile so-5_2-ga-bin-linux-it.bin con l'opzione /net;
#
so-5_2-ga-bin-linux-it.bin /net &
l'utente root richiede l'installazione in una directory conveniente, per esempio /opt/Office52/
;
al termine dell'installazione, l'utente root conclude il funzionamento di X;
l'utente comune che vuole utilizzare StarOffice deve avviare a sua volta X;
l'utente comune, attraverso una finestra di terminale, avvia l'installazione personalizzata con l'eseguibile setup, specificando la modalità {workstation standard
}, quando richiesto;
$
/opt/Office/program/setup &
al termine dell'installazione personalizzata, l'utente comune può avviare StarOffice con il comando /opt/Office/program/soffice.
$
/opt/Office/program/soffice &
Netscape Communicator (6) è prodotto dalla Netscape Communications Corporation (<http://www.netscape.com>). Si tratta di un cliente integrato per diversi tipi di protocolli Internet, in particolare: HTTP, FTP e GOPHER, oltre che per la posta elettronica e i gruppi di discussione.
Recentemente, la Netscape Communications Corporation ha dichiarato ufficialmente di rilasciare il suo prodotto, nella versione normale, in forma gratuita per qualunque piattaforma.
Ogni utente ha una propria configurazione di Netscape e una propria gestione della memoria cache delle pagine visitate di recente. La prima volta che viene avviato, viene richiesta l'accettazione esplicita delle condizioni della licenza d'uso, quindi viene creata la directory ~/.netscape
che poi si articola ulteriormente.
$
netscape
[Invio]
La configurazione di Netscape è abbastanza intuitiva. In generale vi si accede attraverso il menù {Edit
}, selezionando la voce {Preferences
}.
Un problema che riguarda un po' tutti questi programmi cliente, sono i tempi morti. Questi programmi, quando tentano di accedere a un risorsa senza riuscirci, restano a lungo in attesa prima di restituire una segnalazione di errore. Se si utilizza, o si gestisce, un servente DNS e questo non risulta raggiungibile, oppure a sua volta non riesce a raggiungere gli altri serventi DNS di livello superiore, le attese sono dovute al ritardo nella risposta nella risoluzione dei nomi.
Quando si vuole utilizzare Netscape semplicemente per delle attività locali e si notano questi problemi nelle risposte, se si gestisce un servente DNS locale che, almeno temporaneamente, non ha accesso alla rete esterna, si può provare a disattivarlo utilizzando il comando seguente:
#
rndc stop
[Invio]
In seguito, per riattivarlo, basterà utilizzare il comando opposto.
#
rndc restart
[Invio]
XV (7) è un applicativo proprietario di tipo shareware, anche se abbastanza permissivo, per l'elaborazione di immagini. È relativamente completo, nel senso che consente di effettuare un buon numero di operazioni e trasformazioni. Il suo funzionamento è un po' insolito e le prime volte possono sfuggire molte delle sue buone qualità.
xv [opzioni] [file...]
L'eseguibile xv è quello che svolge tutto il lavoro. Si tratta di un programma interattivo con cui solitamente non viene usata alcuna opzione e nemmeno alcun nome di file. Quello che si ottiene è una finestra di presentazione sulla quale basta portare il cursore e fare un clic con il terzo tasto per ottenere il pannello di controllo del programma.
La finestra che contiene questa immagine di presentazione è quella utilizzata per mostrare le immagini che si elaborano, o che semplicemente si vogliono visualizzare.
XV potrebbe essere utilizzato anche solo come mezzo per visualizzare delle immagini. In tal caso, indicando i nomi dei file nella riga di comando dell'eseguibile, si ottiene la visualizzazione del primo nella finestra iniziale e le operazioni più semplici possono essere compiute attraverso l'uso della tastiera. La tabella 345.1 elenca i comandi che possono essere impartiti attraverso la tastiera per ottenere lo scorrimento, la rotazione e l'ingrandimento delle immagini.
Tabella 345.1. Alcuni comandi utili per l'uso di XV come visualizzatore di immagini.
Tastiera | Descrizione |
Spazio | Passa all'immagine successiva. |
m | Ingrandisce l'immagine al massimo consentito dallo schermo. |
n | Riporta l'immagine alla sua dimensione normale. |
t | Ruota di 90 gradi in senso orario. |
h | Rovescia l'immagine orizzontalmente. |
v | Rovescia l'immagine verticalmente. |
q | Termina l'esecuzione del programma. |
Come accennato precedentemente, portando il puntatore del mouse sull'immagine e premendo il terzo tasto appare il pannello di controllo di XV. La parte centrale di questo mostra un elenco di file di immagini. Questo potrebbe essere vuoto se il programma è stato avviato senza argomenti, come nel caso mostrato nella figura 345.8.
Tutto attorno a questa zona centrale appaiono una serie di pulsanti grafici, che permettono di accedere a menù nascosti oppure eseguono subito delle funzioni particolari.
I pulsanti grafici posti alla destra dell'elenco di file sono particolarmente importanti. La figura 345.9 mostra un elenco di immagini e i pulsanti relativi.
La tabella 345.2 elenca le funzioni riferite a questi pulsanti.
Tabella 345.2. Alcuni comandi utili per l'uso di XV come visualizzatore di immagini.
Nome | Descrizione |
Previous | Visualizza l'immagine precedente dell'elenco. |
Next | Visualizza l'immagine successiva dell'elenco. |
Load | Carica un file, lo aggiunge all'elenco e lo visualizza. |
Save | Salva un'immagine, eventualmente cambiandone il formato o il nome. |
Stampa l'immagine selezionata. | |
Delete | Elimina un'immagine dall'elenco oppure cancella il file corrispondente. |
Nella parte inferiore del pannello di controllo appaiono alcuni pulsanti con significati che possono apparire più o meno oscuri, fino a quando non si è appreso il loro funzionamento. La figura 345.10 mostra questa serie di pulsanti.
I pulsanti che non possono essere utilizzati, in funzione del contesto, sono offuscati. Molte di queste funzioni fanno riferimento a una zona dell'immagine selezionata. Questa zona può essere definita utilizzando il mouse, puntando il cursore su un punto nella finestra contenente l'immagine, premendo il primo tasto e trascinando. I pulsanti grafici della prima fila sono particolarmente importanti:
copia la zona selezionata dell'immagine visualizzata;
taglia la zona selezionata dell'immagine visualizzata;
riproduce la zona copiata o tagliata precedentemente;
cancella il contenuto di una zona;
Per riprodurre una zona copiata o tagliata precedentemente, è necessario prima selezionare l'immagine su cui intervenire (potrebbe essere la stessa di origine). Quindi occorre selezionare la zona di destinazione, nel solito modo, attraverso un'operazione di trascinamento del mouse. Per facilitare tutto questo si può usare lo stesso pulsante grafico di riproduzione della zona ritagliata: la prima volta che viene richiamato evidenzia un rettangolo nell'immagine attuale che può essere spostato dove serve, trascinandolo con il mouse; la seconda volta che viene richiamato, incolla il ritaglio in quel punto.
Quando di un'immagine serve solo una parte, basta selezionare la zona nel solito modo, attraverso il mouse. Quindi, utilizzando il pulsante <Crop
> si ottiene una nuova immagine contenente solo il pezzo selezionato precedentemente. Eventualmente, si può evitare questo metodo utilizzando al suo posto il salvataggio della sola zona selezionata.
Un'altra funzionalità importante, racchiusa in questa parte del pannello di controllo, è il pulsante <Grab
>. Attraverso questo è possibile catturare una finestra o una zona dello schermo.
Nella parte superiore del pannello di controllo appaiono alcuni pulsanti grafici che in realtà richiamano diversi menù. Possono apparire più o meno oscuri, fino a quando non si è appreso il loro funzionamento. Il manuale di XV è il punto di riferimento migliore per apprendere l'uso di queste funzioni. La figura 345.11 mostra questo sistema di menù.
In particolare, con il pulsante <Windows
> è possibile selezionare un menù contenente un po' di tutto. Attraverso la funzione {Visual Schnauzer
} si ottiene un gestore di file (file manager) per la ricerca e la visualizzazione in anteprima delle immagini da caricare. La figura 345.12 mostra l'aspetto di questo gestore di file.
Matthew Borowski, StarOffice mini-HOWTO
<http://www.linux.org/docs/ldp/howto/HOWTO-INDEX/howtos.html>
daniele @ swlibero.org
1) Motif software proprietario
2) StarOffice 3.1 software proprietario, gratuito per alcuni tipi di utenti
3) Oltre alle considerazioni di carattere tecnico per motivare la scelta di una versione così antiquata, è importante notare che la versione 3.1 disponeva di una licenza molto chiara per la parte che riguarda l'utilizzo «non-commerciale», al contrario delle versioni immediatamente successive. Con l'acquisizione del prodotto da parte della Sun Microsystems, la versione 5.1 ha offerto il prodotto gratuitamente, con una licenza non ambigua.
4) StarOffice 5.1 e 5.2 software gratuito, non libero
5) Per quanto riguarda la versione 5.1, la Sun Microsystems non consente la ridistribuzione del prodotto, benché questo sia gratuito, a meno che sia stato ottenuto un permesso esplicito dalla Sun stessa. In particolare, alle scuole è consentito di firmare una licenza apposita, nella quale viene consentito espressamente di distribuire l'applicativo al personale di facoltà e agli studenti, purché queste persone accettino a loro volta le condizioni della licenza. Per ottenere questo risultato, è necessario spedire una copia firmata di questa licenza specifica, che si ottiene dal sito della Sun.
6) Netscape Communicator software gratuito, non libero
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome applicazioni_proprietarie.html
[successivo] [precedente] [inizio] [fine] [indice generale] [violazione GPL] [translators] [docinfo] [indice analitico]