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All'inizio di questa serie di capitoli si è accennato alla distribuzione GNU/Linux Slackware contenente un buon dischetto utilizzabile per emergenza: il file-immagine rescue.gz
. Il problema di quella distribuzione sta piuttosto nella mancanza di un buon dischetto di avvio, organizzato in modo da poter caricare i moduli necessari per le caratteristiche particolari del proprio sistema.
Molte altre distribuzioni permettono di gestire l'installazione di GNU/Linux in modo agevole, proprio attraverso questo meccanismo del caricamento dei moduli, cosa che potrebbe rendere più facile anche la realizzazione di dischetti da usare in caso di emergenza. Purtroppo, solo poche distribuzioni sono ben organizzate anche dal punto di vista della gestione delle situazioni di emergenza.
La distribuzione SuSE è nata come un'evoluzione della distribuzione Slackware, tanto che da essa ha ereditato una struttura dei pacchetti molto simile. Nello stesso modo ha ereditato l'idea della realizzazione di diversi dischetti di avvio e diversi dischetti contenenti il sistema minimo (la tecnica è diversa dalla distribuzione Slackware, ma l'idea essenziale è la stessa). I dischetti di avvio sono tutti costruiti a partire da kernel modulari, ma la distinzione è necessaria perché non sempre tutti i dispositivi funzionano correttamente sotto forma di moduli. Per quanto riguarda i dischetti con il sistema, in pratica dovrebbe trattarsi di uno solo, l'immagine rescue
, da usare in caso di emergenza, dal momento che l'installazione dovrebbe poter avvenire utilizzando esclusivamente il primo dischetto di avvio.
Come si può intuire, una volta scelto il dischetto di avvio più adatto, abbinandolo al dischetto con il sistema di emergenza contenuto in rescue
, oppure abbinandolo allo stesso nanoLinux, si ottiene un mini sistema operativo di emergenza. Il vantaggio di poter utilizzare il dischetto di avvio scegliendolo da questa distribuzione, sta nella sua organizzazione che viene descritta nelle sezioni seguenti. Per la precisione, si fa riferimento al file-immagine eide01
che dovrebbe addattarsi alla maggior parte delle configurazioni hardware esistenti.
Le immagini dei dischetti della distribuzione SuSE possono essere ottenute da uno dei vari siti speculari nella sottodirectory SuSE-Linux/versione/disks/
, dove la versione è rappresentata da un numero (per esempio 6.0). Eventualmente si può provare l'URI <ftp://ftp.suse.com/pub/suse/>.
Come al solito, trattandosi di dischetti distribuiti in forma di immagine su file, questi dovranno essere riprodotti su dischetti reali, nel solito modo, utilizzando dischetti già formattati in precedenza.
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cp eide01 /dev/fd0
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cp rescue /dev/fd0
Una volta inserito il dischetto ottenuto dal file-immagine eide01
e riavviato il sistema, viene richiesto il linguaggio da utilizzare e la tastiera disponibile. Negli esempi vengono mostrati i messaggi in inglese, perché quelli in italiano non sono sempre tradotti perfettamente e possono risultare ambigui.
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Il funzionamento del programma che guida all'installazione della distribuzione SuSE è abbastanza semplice e intuitivo: i tasti freccia spostano il cursore sulle voci di menù, il tasto [Tab] permette di selezionare uno dei pulsanti grafici, il tasto [Esc] permette di tornare indietro, [Invio] seleziona la voce corrispondente al pulsante grafico evidenziato.
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Dopo avere selezionato la lingua, il tipo di schermo e la disposizione dei tasti sulla tastiera, si giunge al menù principale (figura 349.4).
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L'utilizzo normale di questo dischetto, prevede la selezione dei moduli necessari e quindi l'avvio dell'installazione, o del dischetto di emergenza. Vale comunque la pena di dare un'occhiata a tutte le voci, nell'ordine in cui sono.
Settings
La selezione della voce Settings permette di modificare le impostazioni iniziali dello schermo e della tastiera. Sotto questo aspetto non c'è niente di importante, almeno per lo scopo di utilizzo che ci si prefigge in questo capitolo.
System informations
La voce System informations permette di dare un'occhiata alle informazioni conosciute sul sistema, in pratica quanto il kernel mette a disposizione nel file system virtuale /proc/
. A questo proposito, è opportuno tenere presente che sono disponibili informazioni anche sulle diverse console virtuali.
È importante tenere presente che le informazioni che si ottengono in questo modo, dipendono anche dalla presenza o assenza di determinati moduli.
Kernel modules (hardware drivers)
Attraverso la voce Kernel modules è possibile caricare i moduli di cui si conosce la necessità. La figura 349.5 mostra l'elenco delle voci del menù a cui si accede.
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A titolo di esempio si carica il modulo per la connessione PLIP attraverso la porta parallela. Per questo si deve selezionare la voce Load network card module.
Si ottiene l'elenco dei moduli disponibili per le interfacce di rete, dal quale si deve selezionare il modulo plip.
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Dopo avere selezionato un modulo, a seconda del tipo, ne vengono richieste le caratteristiche. Il capitolo 31 tratta l'argomento e riporta la descrizione di alcuni moduli con il tipo di informazioni che devono essere fornite. Nel caso del modulo plip, appare la maschera illustrata dalla figura 349.7 che permette l'inserimento dell'indirizzo di I/O e del numero di IRQ abbinato alla porta parallela che si vuole utilizzare per questo scopo. Viene anche proposto un esempio che corrisponde alla configurazione comune.
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Se tutto va bene, cioè se il modulo non entra in conflitto con altri e l'impostazione fornita è corretta, si ottiene un messaggio di conferma, dopo il quale si può proseguire.
Se si ritiene di avere caricato un modulo errato si può utilizzare la voce Unload modules, mentre se si vuole tentare di caricare i moduli in modo automatico si può anche usare la voce Autoload of modules (anche se ciò non porta solitamente a risultati corretti).
Start installation / system
Una volta caricati i moduli necessari, si può scegliere tra l'avvio di un sistema già installato o di un sistema di emergenza, oltre ad altre operazioni possibili. Si veda la figura 349.8.
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Questa, finalmente, è la scelta più importante. Infatti, con la voce Boot installed system è possibile indicare una partizione da cui avviare il file system principale che per qualche motivo non si avvia più da solo. Con la voce Start rescue system si può avviare un sistema in un dischetto: l'immagine rescue
della stessa SuSE, nanoLinux, oppure anche il file rescue.gz
della Slackware.
Quando si seleziona la voce Start rescue system, è possibile indicare diverse fonti da cui potrebbe essere reperita l'immagine del dischetto da avviare. La possibilità di avviare tale immagine da una fonte diversa da un dischetto, riguarda solo quanto già predisposto dalla distribuzione SuSE. Nel caso si voglia avviare un dischetto qualunque (purché compatibile con il kernel) si deve usare solo la voce corrispondente all'uso di un dischetto.
È stato ripetuto più volte che si possono usare anche altri dischetti alternativi a quello generato dall'immagine rescue
della distribuzione SuSE. Tuttavia occorre tenere presente che deve trattarsi sempre di immagini compresse: se si tenta di caricare la vecchia immagine rescue.gz
della distribuzione Slackware (quella obsoleta che si trova nella directory rootdsks/obsolete/
) dopo averla decompressa (è l'unico mini-sistema in circolazione che possa essere contenuto in un dischetto da 1 440 Kibyte), questa non verrà caricata.
Come ormai dovrebbe essere chiaro, il dischetto che viene avviato in questo modo, diviene in pratica un disco RAM. Per poter utilizzare il dischetto di emergenza predisposto dalla distribuzione SuSE, occorre disporre di almeno 16 Mibyte.
Vale la pena di annotare l'esistenza di progetti specifici per la realizzazione di dischetti di emergenza particolari, anche se spesso si tratta di lavori conclusi che non verranno aggiornati in futuro.
Small Linux
<http://sourceforge.net/projects/smallinux/>
Consente di avviare un sistema minimo utilizzando meno di 4 Mibyte di memoria RAM, montando il file system principale dal dischetto, senza caricarlo in un disco RAM.
LOAF: Linux on a floppy
<http://www.ecks.org/projects/loaf/>
Consente di avviare un sistema minimo disponendo almeno di 4 Mibyte di memoria RAM, a partire da un solo dischetto, contenente kernel e file system principale. Il file system viene caricarlo in un disco RAM.
Lo scopo di questi dischetti è di consentire l'avvio di un elaboratore che possa accedere alla rete, per esempio attraverso Telnet.
daniele @ swlibero.org
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome dischetti_di_emergenza_delle_distribuzioni_gnu_linux_e_di_al.html
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