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PostgreSQL è un ORDBMS, ovvero un Object-relational DBMS, cioè un DBMS relazionale a oggetti. La sua documentazione utilizza terminologie differenti, a seconda delle preferenze dei rispettivi autori. In generale si possono distinguere tre modalità, riferite a tre punti di vista: la programmazione a oggetti, la teoria generale sui DBMS e il linguaggio SQL. Le equivalenze dei termini sono riassunte dall'elenco seguente:
classi, istanze, attributi e tipi di dati contenibili negli attributi;
relazioni, tuple, attributi e domini;
tabelle, righe, colonne e tipi di dati contenibili nelle colonne.
In questo capitolo si intende usare la terminologia tradizionale dei DBMS relazioni, corrispondente a quella delle prime versioni del linguaggio SQL: tabelle, righe, colonne,... Nello stesso modo, la sintassi delle istruzioni (interrogazioni) SQL che vengono mostrate è limitata alle funzionalità più semplici, sempre compatibilmente con le possibilità di PostgreSQL. Per una visione più estesa delle funzionalità SQL di PostgreSQL conviene consultare la sua documentazione, a cominciare da sql(1) per finire con il manuale dell'utente che contiene diversi esempi molto utili.
Per fare pratica con il linguaggio SQL, il modo migliore è quello di utilizzare il programma psql con il quale si possono eseguire interrogazioni interattive con il servente. Quello che conta è tenere a mente che per poterlo utilizzare occorre avere già creato una base di dati (vuota), in cui verranno inserite delle nuove tabelle, con le quali si eseguiranno altre operazioni.
Attraverso le istruzioni SQL si fa riferimento sempre a un'unica base di dati: quella a cui ci si collega quando si avvia psql.
Utilizzando psql, le istruzioni devono essere terminate con il punto e virgola (;), oppure dal comando interno \g (go). |
I tipi di dati gestibili sono un punto delicato della compatibilità tra un DBMS e lo standard SQL. Vale la pena di riepilogare i tipi più comuni, compatibili con lo standard SQL, che possono essere trovati nella tabella 325.1. Si deve tenere presente che SQL utilizza diversi modi possibili per definire lo stesso tipo di dati; per esempio il tipo CHAR può essere indicato anche come CHARACTER, così pure VARCHAR può essere espresso come CHAR VARYING o CHARACTER VARYING. Quando PostgreSQL ammette l'utilizzo di una forma, riconosce poi anche le altre.
Tabella 325.1. Elenco dei tipi di dati standard utilizzabili con PostgreSQL, espressi nella loro forma compatta.
Tipo | Standard | Descrizione |
CHAR | SQL92 | Un carattere singolo. |
CHAR(n) | SQL92 | Una stringa di lunghezza fissa, di n caratteri, completata da spazi. |
VARCHAR(n) | SQL92 | Una stringa di lunghezza variabile con un massimo di n caratteri. |
INTEGER | SQL92 | Intero (al massimo nove cifre numeriche). |
SMALLINT | SQL92 | Intero più piccolo di INTEGER. |
FLOAT | SQL92 | Numero a virgola mobile. |
FLOAT(n) | SQL92 | Numero a virgola mobile lungo n bit. |
REAL | SQL92 | Numero a virgola mobile (teoricamente più preciso di FLOAT). |
DOUBLE PRECISION | SQL92 | Numero a virgola mobile (più o meno equivalente a REAL). |
DATE | SQL92 | Data, di solito nella forma mm/gg/aaaa'. |
TIME | SQL92 | Orario, nella forma hh:mm:ss, oppure solo hh:mm. |
TIMESTAMP | SQL92 | Informazione completa data-orario. |
INTERVAL | SQL92 | Intervallo di tempo. |
BOOLEAN | SQL3 | Valore logico booleano. |
Oltre ai tipi di dati gestibili, è necessario conoscere il modo di rappresentarli in forma costante. In particolare, è bene osservare che PostgreSQL ammette solo l'uso degli apici singoli come delimitatori. La tabella 325.2 mostra alcuni esempi.
Tabella 325.2. Esempi di rappresentazione dei valori costanti.
Tipo | Esempi |
CHAR | 'a', 'A', 'b', '1'. |
CHAR(n) | 'a', 'ciao', 'Ciao', '123/der:876'. |
VARCHAR(n) | 'a', 'ciao', 'Ciao', '123/der:876'. |
INTEGER | 1, 123, -987. |
SMALLINT | Come INTEGER. |
FLOAT | 123.45, -45.3, 123.45e+10, 123.45e-10. |
FLOAT(n) | Come FLOAT. |
REAL | Come FLOAT. |
DOUBLE PRECISION | Come FLOAT. |
DATE | '31.12.1999', '12/31/1999', '1999-12-31'. |
TIME | '15:55:27', '15:59'. |
TIMESTAMP | '1999-12-31 15:55:27', '1999-12-31 15:55:27+1'. |
INTERVAL | INTERVAL '15:55:27', INTERVAL '15 HOUR 59 MINUTE', |
INTERVAL '- 15 HOUR'. | |
BOOLEAN | 1, 'y', 'yes', 't', 'true'; 0, 'n', 'no', 'f', 'false'. |
In particolare, le costanti stringa possono contenere delle sequenze di escape, rappresentate da una barra obliqua inversa seguita da un simbolo. La tabella 325.3 mostra le sequenze di escape tipiche.
Tabella 325.3. Sequenze di escape utilizzabili all'interno delle stringhe di caratteri costanti.
Escape | Significato |
\n | newline |
\r | return |
\b | backspace |
\' | ' |
\" | " |
\\ | \ |
\% | % |
\_ | _ |
PostgreSQL, come altri DBMS SQL, offre una serie di funzioni che fanno parte dello standard SQL, assieme ad altre non standard che però sono ampiamente diffuse e di grande utilità. Le tabelle 325.4 e 325.5 ne riportano alcune.
Tabella 325.4. Funzioni SQL riconosciute da PostgreSQL.
Funzione | Descrizione |
POSITION(stringa_1 IN stringa_2) | Posizione di stringa_1 in stringa_2. |
SUBSTRING(stringa [FROM n] [FOR m]) | Sottostringa da n per m caratteri. |
TRIM([LEADING|TRAILING|BOTH] ['x'] FROM [stringa]) | Ripulisce all'inizio e alla fine del testo. |
Tabella 325.5. Alcune funzioni riconosciute dal linguaggio di PostgreSQL.
Funzione | Descrizione |
UPPER(stringa) | Converte la stringa in caratteri maiuscoli. |
LOWER(stringa) | Converte la stringa in caratteri minuscoli. |
INITCAP(stringa) | Converte la stringa in modo che le parole inizino con la maiuscola. |
SUBSTR(stringa,n,m) | Estrae la stringa che inizia dalla posizione n, lunga m caratteri. |
LTRIM(stringa, 'x') | Ripulisce la stringa a sinistra (Left trim). |
RTRIM(stringa, 'x') | Ripulisce la stringa a destra (Right trim). |
SELECT POSITION( 'o' IN 'Topo' )
Restituisce il valore due.
SELECT POSITION( 'ino' IN Cognome ) FROM Indirizzi
Restituisce un elenco delle posizioni in cui si trova la stringa ino all'interno della colonna Cognome, per tutte le righe della tabella Indirizzi.
SELECT SUBSTRING( 'Daniele' FROM 3 FOR 2 )
Restituisce la stringa ni.
SELECT TRIM( LEADING '*' FROM '*****Ciao****' )
Restituisce la stringa Ciao****.
SELECT TRIM( TRAILING '*' FROM '*****Ciao****' )
Restituisce la stringa *****Ciao.
SELECT TRIM( BOTH '*' FROM '*****Ciao****' )
Restituisce la stringa Ciao.
SELECT TRIM( BOTH ' ' FROM ' Ciao ' )
Restituisce la stringa Ciao.
SELECT TRIM( ' Ciao ' )
Esattamente come nell'esempio precedente, dal momento che lo spazio normale è il carattere predefinito e che la parola chiave BOTH è anche predefinita.
SELECT LTRIM( '*****Ciao****', '*' )
Restituisce la stringa Ciao****.
SELECT RTRIM( '*****Ciao****', '*' )
Restituisce la stringa *****Ciao.
Nelle sezioni seguenti vengono mostrati alcuni esempi comuni di utilizzo del linguaggio SQL, limitato alle possibilità di PostgreSQL. La sintassi non viene descritta, salvo quando la differenza tra quella standard e quella di PostgreSQL è importante.
Negli esempi si fa riferimento frequentemente a una tabella di indirizzi, il cui contenuto è visibile nella figura 325.1.
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La tabella di esempio mostrata nella figura 325.1, potrebbe essere creata nel modo seguente:
CREATE TABLE Indirizzi ( Codice integer, Cognome char(40), Nome char(40), Indirizzo varchar(60), Telefono varchar(40) );
Quando si inseriscono i valori per una riga, può capitare che venga omesso l'inserimento di alcune colonne. In questi casi, il campo corrispondente riceve il valore NULL, cioè un valore indefinito, oppure il valore predefinito attraverso quanto specificato con l'espressione che segue la parola chiave DEFAULT.
In alcuni casi non è possibile definire un valore predefinito e nemmeno è accettabile che un dato resti indefinito. In tali situazioni si può aggiungere NOT NULL, dopo la definizione del tipo.
Per il momento, le funzionalità di modifica della struttura di una tabella sono limitate alla sola aggiunta di colonne, come nell'esempio seguente dove viene aggiunta una colonna per l'indicazione del comune di residenza alla tabella già vista in precedenza.
ALTER TABLE Indirizzi ADD COLUMN Comune char(30);
È bene osservare che non sempre si ottiene il risultato desiderato.
L'esempio seguente mostra l'inserimento dell'indirizzo dell'impiegato «Pinco Pallino».
INSERT INTO Indirizzi VALUES ( 01, 'Pallino', 'Pinco', 'Via Biglie 1', '0222,222222' );
In questo caso, si presuppone che i valori inseriti seguano la sequenza delle colonne, così come è stata creata la tabella in origine. Se si vuole indicare un comando più leggibile, occorre aggiungere l'indicazione della sequenza delle colonne da compilare, come nell'esempio seguente:
INSERT INTO Indirizzi ( Codice, Cognome, Nome, Indirizzo, Telefono ) VALUES ( 01, 'Pallino', 'Pinco', 'Via Biglie 1', '0222,222222' );
In questo stesso modo, si può evitare di compilare il contenuto di una colonna particolare, indicando espressamente solo le colonne che si vogliono fornire; le altre colonne riceveranno il valore predefinito o NULL in mancanza d'altro. Nell'esempio seguente viene indicato solo il codice e il nominativo.
INSERT INTO Indirizzi ( Codice, Cognome, Nome, ) VALUES ( 01, 'Pallino' 'Pinco', );
Una tabella può essere eliminata completamente attraverso l'istruzione DROP. L'esempio seguente elimina la tabella degli indirizzi degli esempi precedenti.
DROP TABLE Indirizzi;
L'esempio seguente emette tutto il contenuto della tabella degli indirizzi già vista negli esempi precedenti.
SELECT * FROM Indirizzi;
Seguendo l'esempio fatto in precedenza si dovrebbe ottenere l'elenco riportato sotto, equivalente a tutto il contenuto della tabella.
codice cognome nome indirizzo telefono 1 Pallino Pinco Via Biglie 1 0222,222222 2 Tizi Tizio Via Tazi 5 0555,555555 3 Cai Caio Via Caini 1 0888,888888 4 Semproni Sempronio Via Sempi 7 0999,999999
Per ottenere un elenco ordinato in base al cognome e al nome (in caso di ambiguità), lo stesso comando si completa nel modo seguente:
SELECT * FROM Indirizzi ORDER BY Cognome, Nome;
codice cognome nome indirizzo telefono 3 Cai Caio Via Caini 1 0888,888888 1 Pallino Pinco Via Biglie 1 0222,222222 4 Semproni Sempronio Via Sempi 7 0999,999999 2 Tizi Tizio Via Tazi 5 0555,555555
La selezione delle colonne permette di ottenere un risultato con le sole colonne desiderate, permettendo anche di cambiarne l'intestazione. L'esempio seguente permette di mostrare solo i nominativi e il telefono, cambiando un po' le intestazioni.
SELECT Cognome as cognomi, Nome as nomi, Telefono as numeri_telefonici FROM Indirizzi;
Quello che si ottiene è simile all'elenco seguente:
cognomi nomi numeri_telefonici Pallino Pinco 0222,222222 Tizi Tizio 0555,555555 Cai Caio 0888,888888 Semproni Sempronio 0999,999999
La selezione delle righe può essere fatta attraverso la condizione che segue la parola chiave WHERE. Nell'esempio seguente vengono selezionate le righe in cui l'iniziale dei cognomi è compresa tra N e T.
SELECT * FROM Indirizzi WHERE Cognome >= 'N' AND Cognome <= 'T';
Dall'elenco che si ottiene, si osserva che Caio è stato escluso.
codice cognome nome indirizzo telefono 1 Pallino Pinco Via Biglie 1 0222,222222 2 Tizi Tizio Via Tazi 5 0555,555555 4 Semproni Sempronio Via Sempi 7 0999,999999
Come si vedrà meglio in seguito, per evitare ambiguità possono essere indicati i nomi delle colonne prefissati dal nome della tabella a cui appartengono, separando le due parti con l'operatore punto (.). L'esempio seguente è già stato mostrato in precedenza, ma serve a chiarire questo modo di identificazione delle colonne.
SELECT Indirizzi.Cognome, Indirizzi.Nome, Indirizzi.Telefono FROM Indirizzi;
cognome nome telefono Pallino Pinco 0222,222222 Tizi Tizio 0555,555555 Cai Caio 0888,888888 Semproni Sempronio 0999,999999
Se dopo la parola chiave FROM si indicano più tabelle (ciò vale anche se si indica più volte la stessa tabella), si intende fare riferimento a una tabella generata dal «prodotto» di queste. Si immagini di abbinare alla tabella Indirizzi la tabella Presenze contenente i dati visibili nella figura 325.2.
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Come si può intendere, la prima colonna, Codice, serve a identificare la persona per la quale è stata fatta l'annotazione dell'ingresso e dell'uscita. Tale codice viene interpretato in base al contenuto della tabella Indirizzi. Si immagini di volere ottenere un elenco contenente tutti gli ingressi e le uscite, indicando chiaramente il cognome e il nome della persona a cui si riferiscono.
SELECT Presenze.Giorno, Presenze.Ingresso, Presenze.Uscita, Indirizzi.Cognome, Indirizzi.Nome FROM Presenze, Indirizzi WHERE Presenze.Codice = Indirizzi.Codice;
Ecco quello che si dovrebbe ottenere.
giorno ingresso uscita cognome nome 01-01-1999 07:30:00 13:30:00 Pallino Pinco 01-01-1999 07:35:00 13:37:00 Tizi Tizio 01-01-1999 07:45:00 14:00:00 Cai Caio 01-01-1999 08:30:00 16:30:00 Semproni Sempronio 01-02-1999 07:35:00 13:38:00 Pallino Pinco 01-02-1999 08:35:00 14:37:00 Tizio Tizi 01-02-1999 07:40:00 13:30:00 Semproni Sempronio
Una stessa tabella può essere presa in considerazione come se si trattasse di due o più tabelle differenti. Per distinguere tra questi punti di vista diversi, si devono usare degli alias, che sono in pratica dei nomi alternativi. Gli alias si possono usare anche solo per questioni di leggibilità. L'esempio seguente è la semplice ripetizione di quello mostrato nella sezione precedente, con l'aggiunta però della definizione degli alias Pre e Nom.
SELECT Pre.Giorno, Pre.Ingresso, Pre.Uscita, Nom.Cognome, Nom.Nome FROM Presenze AS Pre, Indirizzi AS Nom WHERE Pre.Codice = Nom.Codice;
Attraverso una vista, è possibile definire una tabella virtuale. PostgreSQL, allo stato attuale, consente di utilizzare le viste in sola lettura.
CREATE VIEW Presenze_dettagliate AS SELECT Presenze.Giorno, Presenze.Ingresso, Presenze.Uscita, Indirizzi.Cognome, Indirizzi.Nome FROM Presenze, Indirizzi WHERE Presenze.Codice = Indirizzi.Codice;
L'esempio mostra la creazione della vista Presenze_dettagliate, ottenuta dalle tabelle Presenze e Indirizzi. In pratica, questa vista permette di interrogare direttamente la tabella virtuale Presenze_dettagliate, invece di utilizzare ogni volta un comando SELECT molto complesso, per ottenere lo stesso risultato.
La modifica di righe già esistenti avviene attraverso l'istruzione UPDATE, la cui efficacia viene controllata dalla condizione posta dopo la parola chiave WHERE. Se tale condizione manca, l'effetto delle modifiche si riflette su tutte le righe della tabella.
L'esempio seguente, aggiunge una colonna alla tabella degli indirizzi, per contenere il nome del comune di residenza degli impiegati; successivamente viene inserito il nome del comune Sferopoli in base al prefisso telefonico.
ALTER TABLE Indirizzi ADD COLUMN Comune char(30);
UPDATE Indirizzi SET Comune='Sferopoli' WHERE Telefono >= '022' AND Telefono < '023';
In pratica, viene aggiornata solo la riga dell'impiegato Pinco Pallino.
L'esempio seguente elimina dalla tabella delle presenze le righe riferite alle registrazioni del giorno 01/01/1999 e le eventuali antecedenti.
DELETE FROM Presenze WHERE Giorno <= '01/01/1999';
L'esempio seguente crea la tabella mia_prova come risultato della fusione della tabella degli indirizzi e delle presenze, come già mostrato in un esempio precedente.
SELECT Presenze.Giorno, Presenze.Ingresso, Presenze.Uscita, Indirizzi.Cognome, Indirizzi.Nome INTO TABLE mia_prova FROM Presenze, Indirizzi WHERE Presenze.Codice = Indirizzi.Codice;
L'esempio seguente aggiunge alla tabella dello storico delle presenze le registrazioni vecchie che poi vengono cancellate.
INSERT INTO PresenzeStorico ( PresenzeStorico.Codice, PresenzeStorico.Giorno, PresenzeStorico.Ingresso, PresenzeStorico.Uscita ) SELECT Presenze.Codice, Presenze.Giorno, Presenze.Ingresso, Presenze.Uscita FROM Presenze WHERE Presenze.Giorno <= '1999/01/01'; DELETE FROM Presenze WHERE Giorno <= '1999/01/01';
Quando si creano delle tabelle in una base di dati, tutti gli altri utenti che sono stati registrati nel sistema del DBMS, possono accedervi e fare le modifiche che vogliono. Per controllare questi accessi, l'utente proprietario delle tabelle (cioè colui che le ha create), può usare le istruzioni GRANT e REVOKE. La prima permette a un gruppo di utenti di eseguire operazioni determinate, la seconda toglie dei privilegi.
GRANT {ALL | SELECT | INSERT | UPDATE | DELETE | RULE}[,...]
ON tabella[,...]
TO {PUBLIC | GROUP gruppo | utente}
REVOKE {ALL | SELECT | INSERT | UPDATE | DELETE | RULE}[,...]
ON tabella[,...]
FROM {PUBLIC | GROUP gruppo | utente}
La sintassi delle due istruzioni è simile, basta fare attenzione a cambiare la parola chiave TO con FROM. I gruppi e gli utenti sono nomi che fanno riferimento a quanto registrato all'interno del DBMS; solo che attualmente potrebbe non essere possibile la gestione dei gruppi.
L'esempio seguente toglie a tutti gli utenti (PUBLIC) tutti i privilegi sulle tabelle delle presenze e degli indirizzi; successivamente vengono ripristinati tutti i privilegi solo per l'utente daniele.
REVOKE ALL ON Presenze, Indirizzi FROM PUBLIC; GRANT ALL ON Presenze, Indirizzi TO daniele;
PostgreSQL ha una gestione delle transazioni leggermente diversa da quanto stabilito dall'SQL. Per la precisione, occorre dichiarare esplicitamente l'inizio di una transazione con l'istruzione BEGIN.
BEGIN [WORK]
L'esempio seguente mostra il caso in cui si voglia isolare l'inserimento di una riga nella tabella Indirizzi all'interno di una transazione, che alla fine viene confermata regolarmente.
BEGIN; INSERT INTO Indirizzi VALUES ( 05, 'De Pippo', 'Pippo', 'Via Pappo, 5', '0333,3333333' ); COMMIT;
Nell'esempio seguente, si rinuncia all'inserimento della riga con l'istruzione ROLLBACK finale.
BEGIN; INSERT INTO Indirizzi VALUES ( 05, 'De Pippo', 'Pippo', 'Via Pappo, 5', '0333,3333333' ); ROLLBACK;
La gestione dei cursori da parte di PostgreSQL è limitata rispetto all'SQL92. In particolare, non è disponibile lo spostamento assoluto del cursore, inoltre non è possibile assegnare i dati a delle variabili.
La dichiarazione di un cursore si ottiene nel modo solito, con la differenza che questa deve avvenire esplicitamente in una transazione. In particolare, con PostgreSQL, il cursore viene aperto automaticamente nel momento della dichiarazione, per cui l'istruzione OPEN non è disponibile.
BEGIN; DECLARE Mio_cursore INSENSITIVE CURSOR FOR SELECT * FROM Indirizzi ORDER BY Cognome, Nome; -- L'apertura del cursore non esiste in PostgreSQL -- OPEN Mio_cursore; ...
L'esempio mostra la dichiarazione dell'inizio di una transazione, assieme alla dichiarazione del cursore Mio_cursore, per selezionare tutta la tabella Indirizzi in modo ordinato per Cognome. Si osservi che per PostgreSQL la selezione che si ingloba nella gestione di un cursore non può aggiornarsi automaticamente se i dati originali cambiano, per cui è come se fosse sempre definita la parola chiave INSENSITIVE.
... FETCH NEXT FROM Mio_cursore; ... COMMIT;
L'esempio mostra l'uso tipico dell'istruzione FETCH, in cui si preleva la prossima riga rispetto alla posizione corrente del cursore e più avanti si conclude la transazione con un COMMIT. L'esempio seguente è identico, con la differenza che si indica espressamente il passo.
... FETCH RELATIVE 1 FROM Mio_cursore; ... COMMIT;
Un cursore dovrebbe essere chiuso attraverso una richiesta esplicita, con l'istruzione CLOSE, ma la chiusura della transazione chiude implicitamente il cursore, se questo dovesse essere rimasto aperto. L'esempio seguente riepiloga quanto visto sopra, completato dell'istruzione CLOSE.
BEGIN; DECLARE Mio_cursore INSENSITIVE CURSOR FOR SELECT * FROM Indirizzi ORDER BY Cognome, Nome; -- L'apertura del cursore non esiste in PostgreSQL -- OPEN Mio_cursore; FETCH NEXT FROM Mio_cursore; CLOSE Mio_cursore; COMMIT;
Ogni DBMS, per quanto compatibile con gli standard, può avere la necessità di introdurre delle estensioni al linguaggio di gestione per permettere l'accesso a funzionalità speciali che dipendono dalle sue caratteristiche particolari. In questo capitolo si è voluto porre l'accento su ciò che è il più vicino possibile all'SQL, trascurando quasi tutto il resto. In queste sezioni si descrivono alcune istruzioni particolari che si ritengono importanti da un punto di vista operativo, benché siano estranee all'SQL.
PostgreSQL fornisce un'istruzione speciale per permettere l'importazione e l'esportazione dei dati da e verso un file di testo normale. Si tratta di COPY la cui sintassi semplificata è quella seguente:
COPY tabella FROM { 'file' | STDIN }
[ USING DELIMITERS 'delimitatore' ]
COPY tabella TO { 'file' | STDOUT }
[ USING DELIMITERS 'delimitatore' ]
Nella prima delle due forme, si importano i dati da un file o dallo standard input; nel secondo si esportano verso un file o verso lo standard output.
Ogni riga del file di testo corrisponde a una riga della tabella; gli attributi sono separati da un carattere di delimitazione, che in mancanza della definizione tramite la clausola USING DELIMITERS è un carattere di tabulazione. In ogni caso, anche se si specifica tale clausola, può trattarsi solo di un carattere. In pratica, ogni riga è organizzata secondo lo schema seguente:
attributo_1xattributo_2x...xattributo_N
Nello schema, x rappresenta il carattere di delimitazione, che, come si può vedere, non viene inserito all'inizio e alla fine.
Quando l'istruzione COPY viene usata per importare dati dallo standard input, è necessario che dopo l'ultima riga che contiene attributi da inserire nella tabella, sia presente una sequenza di escape speciale: una barra obliqua inversa seguita da un punto (\.). Il file ottenuto quando si esporta verso lo standard output contiene questo simbolo di conclusione.
Il file di testo in questione può contenere anche altre sequenze di escape, che si trovano descritte nella tabella 325.6.
Tabella 325.6. Sequenze di escape nei file di testo generati e utilizzati da COPY.
Escape | Descrizione |
\\ | Una barra obliqua inversa. |
\. | Simbolo di conclusione del file. |
\N | NULL. |
\delimitatore | Protegge il simbolo che viene già utilizzato come delimitatore. |
\<LF> | Tratta <LF> in modo letterale. |
COPY Indirizzi TO STDOUT;
L'esempio mostra l'istruzione necessaria a emettere attraverso lo standard output del programma cliente (psql) la trasformazione in testo del contenuto della tabella Indirizzi,
COPY Indirizzi TO '/tmp/prova' USING DELIMITERS '|';
In questo caso, si genera il file /tmp/prova
nel file system dell'elaboratore servente, inoltre gli attributi sono separati attraverso una barra verticale (|).
COPY Indirizzi FROM STDIN;
In questo caso, si aggiungono righe alla tabella Indirizzi, utilizzando quanto proviene dallo standard input (alla fine deve apparire la sequenza di escape \.).
COPY Indirizzi FROM '/tmp/prova' USING DELIMITERS '|';
Si aggiungono righe alla tabella Indirizzi, utilizzando quanto proviene dal file /tmp/prova
, che si trova nel file system dell'elaboratore servente. In particolare, gli attributi sono separati da una barra verticale (|).
Nel capitolo precedente si è già accennato all'istruzione VACUUM, con la quale si riorganizzano i dati, eliminando i resti di una transazione interrotta, ricostruendo gli indici e le statistiche interne. Se non si ha la pretesa di analizzare la base di dati, lo schema sintattico è molto semplice:
VACUUM [ tabella ]
Se non si indica una tabella particolare, si intende intervenire su tutta la base di dati su cui si sta lavorando.
È conveniente utilizzare questa istruzione tutte le volte che si annulla una transazione. |
L'SQL dispone dell'istruzione SET TIME ZONE per definire l'ora locale e di conseguenza lo scostamento dal tempo universale. PostgreSQL dispone della stessa istruzione che funziona in modo molto simile allo standard; per la precisione, la definizione dell'ora locale avviene attraverso le definizioni riconosciute dal sistema operativo (nel caso di GNU/Linux si tratta delle definizioni che si articolano a partire dalla directory /usr/share/zoneinfo/
).
SET TIME ZONE { 'definizione_ora_locale' | LOCAL }
Per esempio, per definire che si vuole fare riferimento all'ora locale italiana, si potrebbe usare il comando seguente:
SET TIME ZONE 'Europe/Rome';
Questa impostazione riguarda la visione del programma cliente, mentre il programma servente può essere stato preconfigurato attraverso le variabili di ambiente LC_* oppure la variabile LANG, che in questo caso hanno effetto sullo stile di rappresentazione delle informazioni data-orario. Anche il programma cliente può essere preconfigurato attraverso la variabile di ambiente PGTZ, assegnandole gli stessi valori che si possono utilizzare per l'istruzione SET TIME ZONE.
sql(l)
The PostgreSQL Development Team, PostgreSQL User's Guide
daniele @ swlibero.org
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome postgresql_il_linguaggio.html
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