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Sgmltexi impone uno schema preciso al documento, in base alle consuetudini dei documenti stampati. Questo capitolo descrive brevemente tale struttura.
Il sorgente Sgmltexi tipico inizia così:
<!DOCTYPE Sgmltexi PUBLIC "-//GNU//DTD Sgmltexi//EN">
Naturalmente, potrebbe essere conveniente la definizione iniziale di alcune entità interne, come si vede nell'esempio seguente:
<!DOCTYPE Sgmltexi PUBLIC "-//GNU//DTD Sgmltexi//EN"> [ <!ENTITY EDITION "2000.05.20"> ... ... ]>
Tutto il documento viene racchiuso all'interno dell'elemento sgmltexi, rispettando una certa struttura: deve esserci un elemento head, ci può essere un elemento intro, ci deve essere un elemento body, infine ci può essere un elemento appendix. Lo spazio successivo all'elemento appendix può essere occupato da alcuni indici analitici (cosa che verrà descritta meglio in seguito).
<sgmltexi> <head> ... </head> <intro> ... </intro> <body> ... </body> <appendix> ... </appendix> </sgmltexi>
L'elemento sgmltexi ha tre attributi: lang, charset, spacing. Attraverso l'attributo lang si definisce il linguaggio in cui è scritto il documento, richiamando implicitamente una configurazione particolare all'interno di Texinfo. Questo linguaggio si indica assegnando una sigla corrispondente allo standard ISO 639 (sezione 543), come si vede nell'esempio seguente:
<sgmltexi lang="it">
L'attributo charset permette di indicare il valore da assegnare al comando @documentencoding di Texinfo. L'uso di questo attributo viene oscurato dall'opzione --input-encoding, se questa viene usata. Infatti, tale opzione implica un'elaborazione del sorgente per cui si genera un file Texinfo in formato ISO 646 (ASCII tradizionale), cosa che fa perdere di significato al comando @documentencoding.(1)
L'attributo spacing dovrebbe essere superfluo, dal momento che serve a definire la spaziatura alla fine del punto fermo. Questo comportamento dovrebbe essere definito automaticamente in base alla scelta del linguaggio. Questo attributo consente quindi di forzare la situazione, imponendo una spaziatura non conforme allo standard. I valori che si possono assegnare sono: normal, french e uniform. Assegnando french, oppure uniform, si ottiene in pratica la stessa cosa che si otterrebbe con il comando @frenchspacing di Texinfo. L'esempio seguente rappresenta ciò che potrebbe essere conveniente in un testo italiano:
<sgmltexi lang="it" charset="ISO-8859-1" spacing="uniform">
Tabella 256.1. Elementi SGML che compongono la struttura generale: prima parte.
Tabella 256.2. Elementi SGML che compongono la struttura generale: seconda parte.
Tabella 256.3. Elementi SGML che compongono la struttura generale: terza parte.
L'elemento head è il più complicato. È necessario per definire molte informazioni che riguardano il documento. Segue un esempio abbastanza completo, che si riferisce alla documentazione ipotetica dello stesso Sgmltexi.
<head> <admin> <setfilename content="sgmltexi.info"> <settitle content="Sgmltexi"> <setchapternewpage content="odd"> <defindex name="sg"> <syncodeindex from="sg" to="cp"> <infodir cat="Texinfo documentation system"> </admin> <titlepage> <title>Sgmltexi</title> <subtitle>An alternative way to write Texinfo documentation</subtitle> <subtitle>This edition is for Sgmltexi &EDITION; (alpha) for Texinfo 4.0</subtitle> <abstract> <p>Sgmltexi is an SGML system (DTD and tools) to make Texinfo documentation using SGML...</p> ... </abstract> <author>Daniele Giacomini <daniele@swlibero.org></author> <legal> <copyright>Copyright © 2000 ...</copyright> <publishnote> <p>Published by...</p> </publishnote> <license> <p>Permission is granted to make and distribute verbatim copies of this manual...</p> ... </license> <coverart> <p>Cover art by ...</p> </coverart> </legal> </titlepage> <shortcontents> <contents> </head>
Guardando l'esempio, si possono riconoscere alcuni elementi importanti: admin, usato per alcune informazioni amministrative, e titlepage.
L'elemento admin viene usato per indicare al suo interno alcune informazioni che vanno prevalentemente nell'intestazione del documento Texinfo finale, oppure subito dopo. I componenti di questo ambiente non hanno un ordine preciso, nel sorgente SGML, in quanto poi vengono riordinati prima della composizione in Texinfo.
Nel seguito vengono elencati e descritti gli elementi che possono apparire all'interno di admin.
setfilename
Si tratta di un elemento vuoto, utilizzato per definire il nome del file Info finale, attraverso il comando @setfilename di Texinfo. Si usa con l'attributo content a cui si assegna il nome di questo file.
<setfilename content="sgmltexi.info">
L'esempio mostra il caso in cui si definisce il nome sgmltexi.info
. Si può vedere che non serve il marcatore di chiusura.
settitle
Si tratta di un elemento vuoto, utilizzato per definire il titolo per la composizione in formato Info, attraverso il comando @settitle di Texinfo. Si usa con l'attributo content a cui si assegna questo titolo.
<settitle content="Sgmltexi">
L'esempio mostra il caso in cui si definisce il nome Sgmltexi. Si può vedere che non serve il marcatore di chiusura.
setchapternewpage
Si tratta di un elemento vuoto, non essenziale, utilizzato per definire il comando corrispondente di Texinfo: @setchapternewpage. Si assegna una parola chiave all'attributo content, tra on, off e odd.
<setchapternewpage content="on">
L'esempio mostra la richiesta esplicita di iniziare ogni capitolo in una pagina nuova.
Il programma frontale di Sgmltexi, sgmltexi, accetta un'opzione con lo stesso nome (--setchapternewpage={on|off|odd}) che prevale su quanto stabilito nel sorgente SGML in questo modo.
footnotestyle
Si tratta di un elemento vuoto, non essenziale, utilizzato per definire il comando corrispondente di Texinfo: @footnotestyle. Si assegna una parola chiave all'attributo content, che può essere end o separate.
<footnotestyle content="end">
L'esempio mostra la richiesta esplicita di inserire i piè pagina alla fine della pagina a cui si riferiscono.
Il programma frontale di Sgmltexi accetta un'opzione con lo stesso nome (--footnotestyle={end|separate}) che prevale su quanto stabilito nel sorgente SGML in questo modo.
headings
Si tratta di un elemento vuoto, non essenziale, utilizzato per definire il comando corrispondente di Texinfo: @headings. Si assegna una parola chiave all'attributo content, che può essere: on, off, single, double, singleafter, doubleafter.
<headings content="on">
L'esempio mostra la richiesta esplicita di mostrare le intestazioni.
Il programma frontale di Sgmltexi accetta un'opzione con lo stesso nome, a cui si assegnano le stesse parole chiave (--headings=impostazione), che prevale su quanto stabilito nel sorgente SGML in questo modo.
defindex, defcodeindex
Si tratta di elementi vuoti, non essenziali, utilizzati per definire i comandi corrispondenti di Texinfo: @defindex e @defcodeindex. Si assegna un nome composto da due lettere all'attributo name, per definire un indice analitico aggiuntivo; in particolare, utilizzando l'elemento defcodeindex si ottiene la creazione di un indice analitico composto da voci riprodotte in dattilografico.
<defindex name="sg">
L'esempio mostra la definizione dell'indice analitico normale, identificato dalla sigla sg.
Naturalmente, si possono inserire più elementi defindex e defcodeindex, quanti sono gli indici specifici che si vogliono dichiarare.
synindex, syncodeindex
Questi due elementi vuoti, vengono usati per copiare le voci di un indice analitico all'interno di un altro, come fanno i comandi corrispondenti di Texinfo: @synindex e @syncodeindex. Questi due elementi richiedono l'indicazione di due attributi, from e to, a cui si assegna rispettivamente la sigla dell'indice analitico di partenza e quella dell'indice di destinazione. Si osservi l'esempio:
<syncodeindex from="fn" to="cp">
In questo caso, si trasferiscono tutte le voci dell'indice fn (quello delle funzioni) nell'indice cp (l'indice analitico standard). In particolare, dal momento che si tratta di syncodeindex, le voci che vengono trasferite saranno rese in modo dattilografico (con il comando @code).
infodir
Questo elemento viene usato per definire una voce da inserire nell'elenco principale Info, quando il file relativo viene installato con il comando install-info. L'elemento contiene l'attributo cat a cui si assegna la categoria, come si fa con il comando @dircategory di Texinfo.
<infodir cat="Texinfo documentation system">
L'elemento infodir può essere vuoto, come appena mostrato nell'esempio, ottenendo così l'inserimento di una sola riga nel corpo del comando @direntry di Texinfo, utilizzando le informazioni già conosciute: il nome del file Info e il titolo del documento. Se si vuole fare a mano, è possibile inserire queste informazioni all'interno dell'elemento, come nell'esempio seguente:
<infodir cat="Sistema di documentazione Sgmltexi"> * Sgmltexi: (sgmltexi). Il mio bel manuale di Sgmltexi * Introduzione: (sgmltexi)Intro 1. Introduzione al sistema Sgmltexi </infodir>
L'elemento titlepage viene utilizzato per circoscrivere le informazioni che appaiono nelle primissime pagine del documento. L'ordine degli elementi contenuti è importante e gli errori vengono segnalati dal sistema di analisi SGML.
title
L'elemento title serve a contenere il titolo del documento nella sua forma stampata. Si traduce in Texinfo nel comando @title. Il suo utilizzo è molto semplice, come si vede dall'esempio seguente:
<title>Sgmltexi</title>
subtitle
Questo elemento permette l'indicazione di un sottotitolo. Non è obbligatorio e può essere usato più volte per indicare più sottotitoli successivi.
<subtitle>An alternate way to write Texinfo documentation</subtitle>
abstract
L'elemento abstract è facoltativo e si può usare una volta sola. Serve a racchiudere dei blocchi di testo, per esempio elementi p, che descrivono in breve il contenuto del documento. Il contenuto di questo elemento viene utilizzato nella composizione Info, inserendolo nella parte iniziale del nodo top.
<abstract> <p>Sgmltexi is an SGML system (DTD and tools) to make Texinfo documentation using SGML...</p> ... <p>...</p> </abstract>
author
Questo elemento, che deve essere indicato almeno una volta e può ripetersi a piacere, serve a contenere il nominativo di uno degli autori del documento. In Texinfo si traduce nel comando @author.
<author>Tizio Tizi <tizio@dinkel.brot.dg></author> <author>Caio Cai <caio@dinkel.brot.dg></author>
L'esempio mostra anche l'inclusione dell'indirizzo di posta elettronica, che comunque non sarebbe necessario.
frontcovertext
Questo elemento facoltativo, permette di inserire dei blocchi di testo all'interno della copertina.
tpextra
Questo elemento facoltativo, può essere usato in diverse situazioni all'interno delle pagine iniziali. Il suo scopo è quello di delimitare dei blocchi di testo che non hanno trovato una classificazione specifica.
Per la precisione, questo elemento può apparire subito prima e subito dopo dell'elemento legal, inoltre, se viene usato l'elemento dedications, può essere aggiunto subito dopo di questo.
legal
L'elemento legal si articola a sua volta in altri elementi più dettagliati, allo scopo di descrivere tutto ciò che rappresenta gli aspetti legali del documento: il copyright, la nota sui diritti (concessi o esclusi), oltre ad altre informazioni amministrative legate all'edizione.
copyright
Questo elemento serve a contenere l'indicazione relativa ai diritti di autore. Se nel tempo si sono succeduti diversi proprietari, l'elemento copyright può essere indicato più volte, in base alla necessità (in base a quanto concordato). Si osservi l'esempio seguente:
<copyright>Copyright © 1987-1999 Tizio Tizi</copyright> <copyright>Copyright © 2000 Caio Cai</copyright>
publishnote
L'elemento publishnote, facoltativo, permette l'inclusione di blocchi di testo il cui scopo è quello di inserire informazioni relative alla pubblicazione. Si può usare in modo simile a quanto si vede nell'esempio seguente:
<publishnote> <p>Published by...</p> <p>...</p> </publishnote>
license
L'elemento license è fatto per contenere blocchi di testo che descrivono le condizioni con le quali è rilasciato il documento, che solitamente si rifanno a una licenza allegata da qualche parte (eventualmente in un'appendice).
<license> <p>Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.1 or any later version published by the Free Software Foundation; with no Invariant Sections, with no Front-Cover Texts, and with no Back-Cover Texts. A copy of the license is included in the section entitled "GNU Free Documentation License".</p> </license>
coverart
L'elemento coverart, facoltativo, consente di scrivere una nota su chi sia l'ideatore della copertina. In generale, se si usa Sgmltexi non ha senso preoccuparsi di una cosa del genere, dal momento che tutto viene guidato dallo schema SGML del DTD. Tuttavia, esiste la possibilità di fare questa annotazione ugualmente.
<coverart> <p>Cover art by ...</p> </coverart>
L'elemento legal può essere usato anche in modo più semplice, se la struttura prevista non soddisfa le esigenze reali. In pratica, al posto degli elementi appena descritti, può contenere dei semplici blocchi di testo, come nell'esempio seguente:
<legal> <p>Copyright © 2000 ...</p> <p>Published by...</p> <p>Permission is granted to make and distribute verbatim copies of this manual...</p> <p>Cover art by ...</p> </legal>
dedications
Dopo l'elemento legal, l'elemento dedications consente di elencare le dediche del documento. Queste appaiono esclusivamente nella composizione stampata, in una pagina apposita. L'elemento dedications è predisposto per l'inserimento di blocchi di testo di qualunque genere.
<dedications> <flushright>Ad Anna,<br>la mia amata.</flushright> </dedications>
Dopo l'elemento titlepage è possibile collocare uno o più indici generali, più o meno dettagliati.
contents
L'elemento content, vuoto, richiede l'inserimento di un indice generale dettagliato. Si traduce in pratica nel comando @content di Texinfo.
shortcontents, summarycontents
Questi due elementi, vuoti, servono a includere rispettivamente i comandi @shortcontent e @summarycontent di Texinfo. Lo scopo è quello di ottenere un tipo di indice generale ridotto. Se si usa questo tipo di indice, si include solo uno dei due elementi in questione.
In mancanza di indicazioni, Sgmltexi gestisce da solo i collegamenti riferiti al nodo Top, oltre a un menù unico per Info, collocato nello stesso nodo iniziale.
Volendo è possibile dichiarare espressamente il nodo Top, attraverso l'elemento topnode, che si usa vuoto con tre eventuali attributi: next, prev e up. L'elemento topnode si colloca, eventualmente, subito dopo gli indici generali.
<topnode next="intro" prev="Top" up="(dir)">
Dopo l'elemento topnode, è possibile specificare il menù iniziale in modo dettagliato, attraverso l'elemento menu. L'esempio seguente mostra un caso abbastanza articolato, benché abbreviato, in cui si vede anche l'inclusione dell'elemento detailmenu:
<menu> * Copying:: Your rights. * Overview:: Texinfo in brief. ... * Structuring:: How to create chapters, sections, subsections, appendices, and other parts. * Nodes:: How to write nodes. ... <detailmenu> --- The Detailed Node Listing --- Overview of Texinfo * Reporting Bugs:: Submitting effective bug reports. * Using Texinfo:: Create printed or online output. * Info Files:: What is an Info file? ... </detailmenu> </menu>
Naturalmente, non si tratta di elementi indispensabili, ma solo utili se si desidera avere il controllo della gestione dei nodi del documento che si ottiene.
Dopo l'elemento head ci può essere l'elemento intro, il cui scopo è quello di definire uno spazio in cui i capitoli assumono il ruolo di sezioni introduttive, non numerate. Nell'ambito di questo spazio, i «capitoli» sono delimitati nello stesso modo utilizzato nel corpo del documento (l'elemento body) e nelle appendici (l'elemento appendix).
<intro> <h1>Introduction to Sgmltexi</h1> <p>Sgmltexi is a DTD with tools to get Texinfo...</p> <p>Sgmltexi manage Texinfo nodes automatically,...</p> </intro>
Il corpo del documento è contenuto nell'elemento body, che si colloca dopo l'elemento head e dopo l'elemento intro eventuale.
Il corpo può essere suddiviso in capitoli, oppure in parti, o anche in tomi, a seconda della dimensione del progetto di documentazione che si intende avviare. Lo spazio del tomo, della parte, del capitolo, o di una classificazione inferiore, non è delimitato esplicitamente, in quanto appare soltanto la dichiarazione del titolo, all'interno di un elemento che cambia a seconda del livello gerarchico. In pratica, il titolo di un tomo è racchiuso nell'elemento tomeheading, mentre quello di una parte è inserito nell'elemento partheading.
I capitoli e le classificazioni inferiori hanno titoli delimitati da elementi analoghi a quelli dell'HTML: h1, h2, h3 e h4. Questa classificazione, a partire da h1 in giù, riguarda nello stesso modo l'introduzione e l'appendice.
<body> <partheader>Networking</partheader> <h1>IP protocol history</h1> <p>Bla bla bla...</p> <p>Bla bla bla...</p> <h2>ISO-OSI model</h2> <p>Bla bla bla...</p> <p>Bla bla bla...</p> <h1>IPv4 and IPv6</h1> <p>Bla bla bla...</p> <p>...</p> </body>
Ogni elemento che racchiude un titolo consente l'inserimento dell'attributo id, il cui scopo è quello di definire una stringa di identificazione, da usare come obiettivo per i riferimenti incrociati.
<h1 id="ip history">IP protocol history</h1>
È importante rammentare che, a causa di una limitazione progettuale di Texinfo, queste etichette per i riferimenti ipertestuali non possono contenere la virgola. |
Ogni elemento che racchiude un titolo consente l'inserimento degli attributi node e menu, con i quali è possibile stabilire il nome del nodo relativo e la descrizione che deve apparire nel menù (purché questo sia generato automaticamente). In mancanza di queste indicazioni, vengono generati dei nomi in modo automatico, mentre si usa il titolo come descrizione del nodo.
<h1 node="IPv4" menu="La storia del protocollo IP">Storia di IPv4</h1>
Ogni elemento che racchiude un titolo consente l'inserimento dell'attributo numbered, a cui si possono assegnare esclusivamente le parole chiave on oppure off. In condizioni normali, l'attributo contiene la parola chiave on, che implica la numerazione dei titoli, salvo il caso dell'introduzione. Assegnando esplicitamente la parola chiave off si ottiene un titolo non numerato in un contesto che non lo prevederebbe.
<h1 numbered="off">Riconoscimenti</h1>
Ogni elemento che racchiude un titolo consente l'inserimento degli attributi next, prev e up. Con questi si può alterare la catena di scorrimento dei nodi, specificandoli manualmente. In generale dovrebbe essere preferibile lasciare fare a Sgmltexi.
Dopo il corpo del documento, delimitato dall'elemento body, può apparire l'appendice, contenuta nell'elemento appendix. Al suo interno si possono inserire dei «capitoli», introdotti da un titolo contenuto in un elemento h1, che vengono trattati correttamente come appendici. Dopo i titoli delimitati da h1, sono ammissibili naturalmente anche segmenti di livello inferiore.
<appendix> <h1>GNU Free Documentation License</h1> <p indent="off"><strong>GNU Free Documentation License</strong></p> <p indent="off">Version 1.1, March 2000</p> <format> Copyright © 2000 Free Software Foundation, Inc. 59 Temple Place, Suite 330, Boston, MA 02111-1307 USA Everyone is permitted to copy and distribute verbatim copies of this license document, but changing it is not allowed. </format> ... ... </appendix>
Dopo il corpo e dopo il blocco delle appendici, è possibile inserire uno o più indici analitici. Questi si dichiarano con un titolo, attraverso l'elemento indexheading e con il riferimento al tipo di indice che si vuole esattamente, con l'elemento vuoto printindex. Si osservi l'esempio seguente in cui si inseriscono due indici: quello delle funzioni (la sigla fn) e quello standard (la sigla cp).
<indexheading>Index of functions</indexheading> <printindex name="fn"> <indexheading>Concept index</indexheading> <printindex name="cp">
Come si vede dall'esempio, l'elemento printindex ha l'attributo name, a cui si assegna la sigla corrispondente all'indice che si vuole inserire.
Per scrivere della documentazione di qualità, secondo i canoni di Texinfo, è necessario gestire direttamente i nodi e i menù. Con Sgmltexi si possono dimenticare i nodi e i menù, ma il risultato in formato Info potrebbe soffrirne. Tuttavia, come in parte è già stato mostrato, è possibile scegliere diversi livelli di automatismo in questa gestione.
Gli elementi usati per delimitare le intestazioni, da h1 a h4, possono incorporare gli attributi node e menu. Ciò prende il sopravvento sulla determinazione automatica relativa. Si osservi l'esempio:
<h1 id="ip history" node="history" menu="History of IP protocol"> IP protocol history</h1>
In questo caso, si ottiene l'inserimento della riga seguente nel menù relativo:
* history:: History of IP protocol
I due attributi, node e menu, possono essere usati in modo indipendente: l'attributo che non viene usato, viene sostituito in modo automatico.
Avendo accesso ai nodi, è possibile farvi riferimento per dei riferimenti incrociati, senza bisogno di usare l'attributo id. |
Come già descritto in precedenza, Sgmltexi crea automaticamente il nodo Top iniziale. Il menù relativo può essere definito esplicitamente e in tal caso tutti i nodi e tutte le descrizioni relative devono essere inseriti manualmente.
Inserendo l'elemento menu alla fine del testo di un capitolo, o di una sezione inferiore, si ottiene l'aggiunta di un menù Info in corrispondenza di quel punto. Si osservi l'esempio:
<h1>IP protocol history</h1> <p>Bla bla bla...</p> <p>Bla bla bla...</p> <menu> <h2>ISO-OSI model</h2> <p>Bla bla bla...</p> <p>Bla bla bla...</p> <h2>More information</h2> <p>Bla bla bla...</p> <p>...</p>
In questo caso, si ottiene l'inserzione di un menù, gestito automaticamente, prima delle sezioni di livello h2. Volendo, si può indicare il menù in modo preciso, come si vede di seguito:
<menu> * IP layer:: IP ISO-OSI layer model * more on IP:: More details on IP </menu>
Quando un menù viene descritto in questo modo, i nomi dei nodi devono essere identici a quelli dichiarati negli elementi delle intestazioni. In pratica, scrivendo un menù in modo manuale, anche i nodi devono essere dichiarati esattamente, come si vede qui:
<h1>IP protocol history</h1> <p>Bla bla bla...</p> <p>Bla bla bla...</p> <menu> * IP layer:: IP ISO-OSI layer model * more on IP:: More details on IP </menu> <h2 node="IP layer">ISO-OSI model</h2> <p>Bla bla bla...</p> <p>Bla bla bla...</p> <h2 node="more on IP">More information</h2> <p>Bla bla bla...</p> <p>...</p>
È evidente, in questa situazione, che l'attributo menu, il cui scopo sarebbe quello di controllare la descrizione del nodo nel menù, non può essere preso in considerazione in questo caso.
Texinfo consente di inserire dei titoli riferiti a capitoli o sezioni inferiori, con o senza numerazione. Inoltre, consente anche di dichiarare dei titoli che non devono apparire nell'indice generale. Per controllare questa possibilità con Sgmltexi, si può utilizzare l'attributo type che riguarda tutti gli elementi hn:
<hn type="{numbered|unnumbered|heading}">titolo</hn>
In mancanza dell'indicazione dell'attributo, è come se gli fosse stata assegnata la parola chiave numbered, con la quale i titoli del corpo e delle appendici sono numerati (con numeri o lettere rispettivamente). Utilizzando la parola chiave numbered si ottiene l'inserimento di un titolo non numerato (nel caso dell'introduzione è sempre senza numerazione); con la parola chiave heading si ottiene un titolo non numerato e anche non segnalato nell'indice generale (in questo senso può essere utile anche nell'introduzione).
Attraverso Sgmltexi è possibile gestire più derivazioni distinte di un progetto di documentazione unico. Per ottenere questo risultato, Prima di passare all'analisi SGML, il sorgente viene filtrato in base a dei comandi particolari che delimitano lo spazio di queste derivazioni. L'esempio seguente mostra i comandi che delimitano uno spazio relativo alla derivazione PIPPO:
<!-- START PIPPO --> ... ... ... <!-- STOP PIPPO -->
Si può osservare che si tratta di un commento SGML speciale, che viene preso in considerazione da Sgmltexi prima dell'analisi SGML vera e propria.
Questi comandi devono apparire da soli in una riga; in pratica, non è ammissibile circoscrivere uno spazio interno a una riga in questo modo.
Il principio di funzionamento è molto semplice: vengono incluse le parti di sorgente delimitate in questo modo per la derivazione a cui si fa riferimento. Quindi, se si vuole un pezzo qui e uno lì, occorre ripetere l'inserimento di questi comandi.
La derivazione predefinita è quella denominata MAIN, per cui è come se, in mancanza di altre indicazioni contrarie, il sorgente fosse racchiuso tra <!-- START MAIN --> e <!-- STOP MAIN -->:
<!-- START MAIN --> <!DOCTYPE Sgmltexi PUBLIC "-//GNU//DTD Sgmltexi//EN"> <sgmltexi> ... ... ... </sgmltexi> <!-- STOP MAIN -->
Naturalmente, nulla vieta di usare esplicitamente queste dichiarazioni per la derivazione principale.
Per selezionare la composizione di una derivazione diversa da quella principale (predefinita), si usa l'opzione --deriv=derivazione. Supponendo di voler eseguire la composizione in PostScript della derivazione PIPPO del file prova.sgml
, basta usare il comando seguente:
$
sgmltexi --deriv=PIPPO --ps prova.sgml
Questa forma di selezione può essere gestita anche all'interno di file secondari. Sgmltexi è organizzato a questo proposito per gestire solo file interni al sistema, che nel sorgente principale vengono gestiti come nell'esempio seguente:
<!DOCTYPE Sgmltexi PUBLIC "-//GNU//DTD Sgmltexi//EN" [ -- ... -- <!ENTITY INTRO SYSTEM "formalita/introduzione.sgml"> <!ENTITY COPY SYSTEM "formalita/copyright.sgml"> -- ... -- ]>
Come si vede, si tratta di dichiarazioni che si fanno nel preambolo SGML. Sgmltexi deve identificarle preventivamente, per poter attuare il filtro anche in tali file. Per questo motivo, è necessario che non ci sia più di un'istruzione del genere su una sola riga.
È importante sottolineare che questi comandi speciali riguardano il file in cui si trovano. Pertanto, se ci si trova in una situazione simile a quella che si vede nell'esempio sottostante,
<!-- START PIPPO --> &INTRO; <!-- STOP PIPPO -->
i comandi indicano semplicemente di includere l'istruzione SGML &INTRO;. Se poi si vuole includere effettivamente tutto o anche solo parte del file corrispondente (formalita/introduzione.sgml
), bisognerà che al suo interno ci siano altre istruzioni del genere; diversamente sarebbe come includere un file completamente vuoto.
Sgmltexi ha una gestione incompleta per le codifiche ISO 8859-n. È incompleta perché Texinfo non è in grado di riprodurre tutti i caratteri. Ci sono due modi per definire l'uso di una codifica particolare con Sgmltexi: l'opzione --input-encoding e l'attributo charset all'interno dell'elemento sgmltexi.
La scelta genera risultati differenti. L'opzione --input-encoding genera una trasformazione dei caratteri in entità SGML, che successivamente sono tradotte in codice Texinfo. In questo modo, il codice Texinfo che si ottiene è sicuramente in ASCII puro (ISO 646), dove le entità che non hanno alcuna corrispondenza in Texinfo. vengono mostrate come [ETH ], tanto per fare un esempio. L'uso dell'attributo charset si traduce semplicemente nel comando @documentencoding; in certe situazioni, il risultato della composizione può essere buono o meno. A seconda del risultato migliore che si riesce a ottenere, si può scegliere un modo invece dell'altro.
Una buona strategia può essere l'uso dell'attributo charset in ogni caso, aggiungendo l'opzione --input-encoding quando Texinfo non genera una composizione piacevole (di solito quando si genera un formato per la stampa).
Il DTD di Sgmltexi include tutte le entità standard ISO 8879. Tuttavia, non tutte le entità sono gestibili da Texinfo; pertanto, quando si usa un'entità non gestibile, viene mostrata nella composizione finale come racchiusa tra parentesi quadre, per esempio come [ETH ].
Sgmltexi mette a disposizione qualche entità non standard, necessaria per mantenere la compatibilità con Texinfo. Queste entità speciali sono elencate nella tabella 256.4.
Tabella 256.4. Entità non standard.
daniele @ swlibero.org
1) La composizione di un sorgente Texinfo dà risultati differenti a seconda dei casi, per cui alle volte può essere conveniente scrivere usando comandi come @`a («à»), mentre altre volte conviene scrivere usando una codifica ISO 8859-n, annotando questo nel comando @documentencoding. Probabilmente, nelle prossime versioni di Texinfo questo problema verrà sistemato; per ora l'ambivalenza di Sgmltexi può aiutare in tal senso.
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome sgmltexi_struttura.html
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