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Quelle indicate nel titolo del capitolo sono fasi fondamentali dell'amministrazione dei dati. Nello stesso modo sono anche operazioni molto delicate. La tabella 75.1 elenca i programmi a cui si accenna in questo capitolo.
Tabella 75.1. Riepilogo dei programmi per la copia, la creazione di collegamenti, lo spostamento e la cancellazione di file e directory.
Programma | Descrizione |
cp | Copia. |
ln | Crea dei collegamenti. |
install | Copia attribuendo permessi e proprietà ai file di destinazione. |
dd | Copia a basso livello. |
mv | Sposta o rinomina i file. |
rm | Cancella. |
La copia genera un altro file o un'altra directory, il collegamento genera un riferimento aggiuntivo agli stessi dati di origine: assomiglia alla copia, ma rappresenta solo un modo per fare apparire la stessa cosa in più punti differenti.
Nei sistemi Unix i collegamenti sono molto importanti e vengono usati di frequente. Si distinguono due tipi di questi: collegamenti simbolici (symbolic link) e collegamenti fisici (hard link). Attraverso il collegamento fisico si creano dei riferimenti a dati esistenti in modo non distinguibile da quelli originali; i collegamenti simbolici sono dei file speciali e per questo distinguibili dai file originali.
A fianco del problema della copia di file (o di directory), cioè di entità virtuali per il contenimento dei dati, ci può essere il problema elementare (anche se complicato per l'utente) di trasferire dati attraverso i dispositivi in modo diretto (copia a basso livello).
Si è accennato al fatto che i collegamenti simbolici sono dei file speciali, distinguibili dai file originali. Si creano normalmente utilizzando il programma ln, con l'opzione -s, come nell'esempio seguente:
$
ln -s /bin/sh ./sh
[Invio]
Seguendo l'esempio, se si leggono le caratteristiche del file ./sh
attraverso ls, si può notare l'indicazione esplicita del fatto che si tratta di un riferimento al file /bin/sh
(il quale potrebbe essere un altro collegamento, ma questo adesso non è importante).
$
ls -l sh
[Invio]
lrwxrwxrwx 1 tizio tizio 7 Mar 2 10:16 sh -> /bin/sh
La lettera che appare all'inizio dei permessi, «l», indica esplicitamente che si tratta di un collegamento simbolico. Alla fine, viene indicato anche a chi punta il collegamento: -> /bin/sh.
Si può osservare inoltre che i permessi di un collegamento simbolico non esistono. Formalmente vengono mostrati come attivi tutti i permessi degli ultimi 9 bit (lettura, scrittura ed esecuzione per tutti gli utenti), perché quelli che contano sono in realtà i permessi del file (o della directory) cui effettivamente punta il collegamento simbolico.
La gestione dei collegamenti fisici è più seria, nel senso che deve essere riservata a situazioni di particolare necessità. Attraverso il collegamento fisico si creano dei riferimenti a dati esistenti in modo non distinguibile da quelli originali; in pratica, due o più voci nella stessa directory, o in directory differenti, possono puntare allo stesso file.
Quando si cancella un file, si elimina il riferimento al suo inode dalla directory che lo contiene formalmente. Quando un inode non ha più riferimenti, viene considerato libero e può essere riutilizzato per un altro file. In altre parole, se si utilizzano i collegamenti fisici, un file viene cancellato effettivamente quando sono stati eliminati tutti i riferimenti a questo.
Per comprendere in pratica cosa accade, si può provare con gli esempi seguenti.
$
touch mio_file
[Invio]
$
ls -l mio_file
[Invio]
-rw-rw-r-- 1 tizio tizio 0 Mar 2 10:48 mio_file
$
ln mio_file tuo_file
[Invio]
$
ls -l mio_file tuo_file
[Invio]
-rw-rw-r-- 2 tizio tizio 0 Mar 2 10:48 mio_file -rw-rw-r-- 2 tizio tizio 0 Mar 2 10:48 tuo_file
Come si vede, con questa serie di operazioni si è giunti ad avere due file, apparentemente indipendenti, ma se viene modificato il contenuto di uno si vedono le modifiche anche sull'altro. Dal momento che i permessi e la proprietà dei file (UID e GID) sono informazioni contenute nell'inode, la modifica di questi si ripercuote su tutti i collegamenti.
Si può osservare il numero che appare dopo i permessi, due, che indica quanti riferimenti ha l'inode corrispondente. In pratica, quel numero indica quante voci puntano a quello stesso file. Non si può sapere facilmente quali siano gli altri riferimenti. Si può solo conoscere il numero dell'inode.
$
ls -l -i mio_file tuo_file
[Invio]
270385 -rw-rw-r-- 2 tizio tizio 0 Mar 2 10:48 mio_file 270385 -rw-rw-r-- 2 tizio tizio 0 Mar 2 10:48 tuo_file
Come si vede, i due file hanno lo stesso inode (il numero che appare prima dei permessi), quindi sono lo stesso file.
Ogni directory contiene due riferimenti convenzionali: uno a se stessa e uno alla directory genitrice (.
e ..
). Si tratta di nomi di file a tutti gli effetti, che puntano agli inode della directory stessa e di quella precedente.
l'inode di una directory ha pertanto almeno due riferimenti: quello che serve a raggiungere la directory stessa, a partire dalla sua directory genitrice, e quello rappresentato dal punto singolo (la stessa directory).
Quando una directory ne contiene un'altra, allora il numero di riferimenti alla directory di partenza aumenta, perché la directory che si aggiunge ha un riferimento alla sua directory genitrice.
$
mkdir miadir
[Invio]
$
ls -l -d -i miadir
[Invio]
157715 drwxrwxr-x 2 tizio tizio 1024 Mar 2 11:22 miadir
L'esempio mostra semplicemente il riferimento alla directory miadir/
contenuto nella sua directory precedente. Si può provare a leggere il contenuto della directory appena creata.
$
cd miadir
[Invio]
$
ls -l -i -a miadir
[Invio]
157715 drwxrwxr-x 2 tizio tizio 1024 Mar 2 11:22 . 536615 drwxrwxr-x 3 tizio tizio 3072 Mar 2 11:22 ..
Come si può osservare, il file indicato con un punto singolo (.) ha lo stesso numero di inode della directory miadir/
, cosa che spiega il motivo per cui una directory ha almeno due riferimenti (collegamenti fisici).
La directory genitrice, rappresentata dai due punti in sequenza (..
), ha tre riferimenti totali per il solo fatto che esiste questa directory (in pratica: i due riferimenti naturali, più questo, perché esiste questa directory).
cp [opzioni] origine destinazione
cp [opzioni] origine... directory
Copia i file. (1) Se vengono specificati solo i nomi di due file, il primo viene copiato sul secondo, viene cioè generata una copia che ha il nome indicato come destinazione. Se il secondo nome indicato è una directory, il file viene copiato con lo stesso nome nella directory. Se vengono indicati più file, l'ultimo nome deve essere una directory e verranno generate le copie di tutti i file nella directory di destinazione. In mancanza di opzioni particolari, le directory non vengono copiate.
cp può essere pericoloso perché può sovrascrivere altri file senza preavviso. Per ridurre le possibilità di errori, conviene creare un alias in modo che cp funzioni sempre con l'opzione -i. Se poi si ha la necessità di sovrascrivere i file di destinazione, si può sempre utilizzare l'opzione -f. |
-a | --archive
Equivalente a -dpR, utile per l'archiviazione o comunque per la copia di collegamenti simbolici così come sono.
-b | --backup
Mantiene delle copie di sicurezza dei file che vengono sovrascritti con la copia.
-d | --no-dereference
Copia i collegamenti simbolici mantenendoli come tali, invece di copiare i file a cui i collegamenti si riferiscono.
-f | --force
Sovrascrittura forzata dei file di destinazione.
-i | --interactive
Richiede una conferma per la sovrascrittura nel caso in cui esistano già dei file con i nomi uguali a quelli di destinazione della copia.
-l | --link
Crea un collegamento fisico invece di copiare i file (non vale per le directory).
-s | --symbolic-link
Crea un collegamento simbolico invece di copiare i file (non vale per le directory).
-P | -d | --no-dereference
Copia i collegamenti simbolici come tali, invece di copiare i file a cui puntano.
--parents
Copia anche il percorso indicato nel file di origine.
-p | --preserve
Mantiene le proprietà, le modalità dei permessi originali e le date originali.
-r
Copia file e directory in modo ricorsivo (includendo le sottodirectory), considerando tutto ciò che non è una directory come un file normale.
-R | --recursive
Copia file e directory in modo ricorsivo (includendo le sottodirectory).
-S suffisso_di_backup | --suffix=suffisso_di_backup
Permette di definire il suffisso da utilizzare per le eventuali copie di sicurezza delle versioni precedenti. Se non viene specificato con questa opzione, si utilizza il simbolo contenuto nella variabile di ambiente SIMPLE_BACKUP_SUFFIX. Se anche questa variabile non è stata predisposta, si utilizza il simbolo tilde (~).
-V tipo_di_backup | --version-control=tipo_di_backup
Permette di definire esplicitamente il modo con cui gestire le copie di sicurezza delle versioni precedenti, quando si usa anche l'opzione -b. Per la precisione cambia il tipo di estensione che viene aggiunto ai file:
t, numbered
le copie di sicurezza hanno un'estensione numerata;
nil, existing
mantiene le copie di sicurezza solo per i file che hanno già una o più copie di sicurezza numerate;
never, simple
esegue una copia di sicurezza semplice, ovvero ne mantiene una sola copia.
Se questa opzione non viene indicata, si prende in considerazione il valore della variabile di ambiente VERSION_CONTROL.
VERSION_CONTROL
Permette di definire la modalità di gestione delle copie di sicurezza delle versioni precedenti in modo predefinito. I valori attribuibili a questa variabile sono gli stessi utilizzati come argomento dell'opzione -V.
SIMPLE_BACKUP_SUFFIX
Definisce il simbolo da utilizzare come suffisso per i nomi dei file che rappresentano le copie di sicurezza.
$
cp -R /test/* ~/prova
Copia il contenuto della directory /test/
in ~/prova/
, copiando anche eventuali sottodirectory contenute in /test/
.
$
cp -R /test ~/prova
Copia la directory /test/
in ~/prova/
(attaccando test/
a ~/prova/
), copiando anche eventuali sottodirectory contenute in /test/
.
$
cp --parents aa/bb/cc miadir
Copia il file aa/bb/cc
in modo da ottenere miadir/aa/bb/cc
. Le directory intermedie, eventualmente mancanti, vengono create.
$
cp --no-dereference /test/* ~/prova
Copia il contenuto della directory /test/
in ~/prova/
, riproducendo i collegamenti simbolici così come sono nell'origine.
È molto importante comprendere la differenza tra le opzioni -r e -R. La seconda è quella che rappresenta meglio la ricorsività della copia, perché la prima tratta i file FIFO e alcuni file speciali come file normali. Per comprendere la cosa, si può procedere con l'esempio seguente, in cui si crea prima una directory, all'interno della quale si inserisce un file FIFO:
$
mkdir prova_1
$
mknod coda p
In questo modo, si ottiene il file FIFO prova_1/coda
. Volendo copiare la directory prova_1
in prova_2
, includendo il file FIFO coda
, si deve procedere nel modo seguente:
$
cp -R prova_1 prova_2
Al contrario, utilizzando l'opzione -r, la copia non si concluderebbe, perché questa resterebbe in attesa di dati dal file prova_1/coda
, come se fosse un file normale, per generare un file prova_2/coda
(di tipo normale), con tale contenuto.
ln [opzioni] origine destinazione
ln [opzioni] origine... directory
Crea un collegamento tra file o tra directory. (2) Se viene specificata un'origine e una destinazione, questa ultima sarà il nuovo collegamento che punta al nome indicato come origine (e può trattarsi anche di una directory). Se vengono specificati più nomi nell'origine, l'ultimo argomento deve essere una directory e si intende che al suo interno verranno creati tanti collegamenti quanti sono i nomi indicati come origine. Se non viene specificato diversamente attraverso le opzioni, vengono creati dei collegamenti fisici e non dei collegamenti simbolici.
ln utilizza le variabili di ambiente VERSION_CONTROL e SIMPLE_BACKUP_SUFFIX nello stesso modo di cp.
-b | --backup
-f | --force
-i | --interactive
-S | --suffix
-V | --version-control
Le opzioni sopra indicate funzionano nello stesso modo di cp.
-s | --symbolic-link
Crea un collegamento simbolico invece di creare un collegamento fisico.
-d | -F | --directory
Permette all'utente root di creare un collegamento fisico per una directory, ma questa operazione potrebbe essere impedita poi dal kernel.
-n | --no-dereference
Quando la destinazione corrisponde a un collegamento simbolico preesistente che punta verso una directory, il funzionamento normale prevederebbe la creazione del collegamento in quella directory. Usando questa opzione si intende evitare ciò, rimpiazzando quel collegamento simbolico. Per poter attuare in pratica la cosa, occorre anche utilizzare l'opzione -f.
$
ln -s /bin/ls ~/elenco
Crea il collegamento simbolico elenco
, all'interno della directory personale, che punta a /bin/ls
. Eseguendo il file ~/elenco
si ottiene in pratica di eseguire il comando ls.
$
ln /bin/ls ~/elenco
Crea il collegamento fisico elenco
, all'interno della directory personale, che punta a /bin/ls
. Eseguendo il file ~/elenco si ottiene in pratica di eseguire il comando ls.
$
ln -s /bin/* ~/
Crea una serie di collegamenti simbolici all'interno della directory personale per tutti i file contenuti in /bin
. Per ogni collegamento simbolico che viene creato, il percorso di questo sarà assoluto e inizierà con /bin/
.
$
cd /bin ; ln -s * ~/
In questo esempio, rispetto a quanto mostrato in quello precedente, il comando di creazione dei collegamenti simbolici viene dato nel momento in cui ci si trova nella directory /bin/
, in riferimento a tutti i file della stessa. Quello che si ottiene nella directory personale dell'utente è la creazione di collegamenti simbolici diretti a se stessi e perfettamente inutili.
$
ln -s /bin ~/binari
Crea il collegamento simbolico ~/binari
alla directory /bin/
. Eseguendo cd ~/binari ci si ritroverà in /bin/
.
install [opzioni] origine... destinazione
install [opzioni] -d directory...
Copia i file attribuendo i permessi e le proprietà stabilite. (3) In pratica, si comporta in modo simile a cp con in più la possibilità di definire gli attributi dopo la copia e di creare tutte le directory necessarie. È usato tipicamente per l'installazione di programmi.
-b | --backup
-S | --suffix
-V | --version-control
Le opzioni sopra indicate funzionano nello stesso modo di cp.
-d directory... | --directory=directory...
Crea le directory indicate, definisce l'utente proprietario, il gruppo proprietario e i permessi in base alle altre opzioni.
-g gruppo | --group=gruppo
Definisce il gruppo proprietario dei file installati o delle directory.
-m modalità | --mode=modalità
Definisce i permessi in modo analogo alla sintassi di chmod (74.2.5).
-o proprietario | --owner=proprietario
Definisce l'utente proprietario dei file installati o delle directory.
dd [opzioni]
dd (4) (Data duplicator o Data dump) è un programma di copia a basso livello. Le opzioni sono definite in modo strano rispetto ai normali programmi di servizio Unix, in quanto non sono prefissate dal solito trattino (-). Se tra le opzioni non vengono definiti i file di input o di output, si usano rispettivamente lo standard input e lo standard output.
Molte delle opzioni utilizzano un argomento numerico. Questi argomenti numerici possono essere indicati anche con l'ausilio di moltiplicatori posti subito dopo il numero stesso:
nb = n * 512
nc = n * 1 = n
nk = n * 1 024
nw = n * 2
nxm = n * m
if=file
Legge i dati dal file indicato invece che dallo standard input.
of=file
Scrive i dati nel file indicato invece che attraverso lo standard output. In questo caso, se il file indicato esiste già e la quantità di dati da scrivere è inferiore alla sua vecchia dimensione, questo file viene troncato alla dimensione nuova. Questa regola non vale più se si utilizza un tipo di conversione notrunc (viene descritto più giù).
ibs=numero_di_byte
Legge a blocchi di byte della quantità indicata dall'argomento.
obs=numero_di_byte
Scrive a blocchi di byte della quantità indicata dall'argomento.
bs=numero_di_byte
Legge e scrive a blocchi di byte della quantità indicata dall'argomento. Questa opzione annulla eventuali dichiarazioni fatte attraverso ibs e obs.
cbs=numero_di_byte
Definisce la dimensione della memoria di conversione (buffer). In pratica determina la dimensione del blocco da utilizzare quando si devono effettuare delle conversioni nella codifica. Più avanti viene descritto il significato di questa opzione, in corrispondenza della descrizione dei tipi di conversione attuabili.
skip=numero_di_blocchi
In fase di lettura del file di input, salta il numero di blocchi indicato come argomento, dall'inizio del file, prima di iniziare la copia. I blocchi in questione corrispondono a quanto definito con ibs o con bs.
seek=numero_di_blocchi
In fase di scrittura del file di output, salta il numero di blocchi indicato come argomento prima di iniziare la copia. I blocchi in questione corrispondono a quanto definito con obs o con bs. Il risultato dell'azione di saltare dei blocchi in fase di scrittura cambia a seconda che il file di destinazione sia già esistente o meno. Se il file esiste già, i byte dei blocchi saltati vengono lasciati inalterati e nel file si comincia a scrivere dopo la posizione indicata: se poi il file è troppo corto, questo viene allungato. Se il file non esiste, i byte dei blocchi da saltare vengono scritti con un valore nullo (<NUL>, pari a 0016).
count=numero_di_blocchi
Determina la quantità di blocchi da scrivere: si tratta di blocchi di input e quindi di quelli definiti attraverso l'opzione ibs o bs. Senza l'indicazione di questa opzione, la copia è sempre completa (a meno che si saltino delle porzioni con l'opzione skip).
conv=conversione[,conversione]...
Permette di definire il tipo di conversione, anche attraverso passaggi successivi. Il tipo di conversione viene specificato con il nome che lo identifica. Se si intendono applicare passaggi successivi, i tipi di conversione si separano con una virgola senza spazi prima o dopo la stessa.
ascii
Converte dalla codifica EBCDIC a ASCII.
ebcdic
Converte dalla codifica ASCII a EBCDIC.
ibm
Converte dalla codifica ASCII-IBM a EBCDIC.
block
Tratta le righe di ingresso come record terminati dal codice di interruzione di riga. Questi record vengono troncati o allungati in modo da corrispondere alla dimensione indicata attraverso l'opzione cbs. Alla fine, i codici di interruzione di riga risultano trasformati in spazi normali (<SP>), a meno che i record non siano stati troncati prima; inoltre, se si è reso necessario un allungamento dei record, è sempre il carattere spazio a essere aggiunto.
In pratica, il risultato finale è quello di un file con i record di dimensione uguale e per questo senza più alcuna terminazione attraverso codici di interruzione di riga.
unblock
Esegue l'operazione opposta di block: il file in ingresso viene letto a blocchi di dimensione stabilita attraverso l'opzione cbs e gli spazi finali di ogni blocco vengono sostituiti con il codice di interruzione di riga.
lcase
Trasforma le lettere maiuscole in minuscole.
ucase
Trasforma le lettere minuscole in maiuscole.
swab
Scambia le coppie di byte: ciò può essere utile quando i dati in questione sono interi a 16 bit da trasformare in, o da, una piattaforma Intel. (Nelle piattaforme Intel, gli interi a 16 bit sono scritti in modo da invertire la sequenza normale dei due byte che si utilizzano).
noerror
Nel caso si verifichi un errore di lettura, continua ugualmente l'operazione.
notrunc
Il file in uscita non viene troncato. Questo argomento è utile nel caso si scriva su file già esistenti: se dopo la trasformazione che si fa, la dimensione dei dati in uscita è inferiore a quella che ha già il file su cui si scrive, i dati rimanenti si lasciano come sono senza ridurre la dimensione di questo file.
sync
Aggiusta la lunghezza di ogni blocco in ingresso, aggiungendo eventualmente il carattere <NUL> (0016), in modo che la sua dimensione sia uguale a quanto stabilito attraverso l'opzione ibs.
Il programma dd viene usato normalmente per riprodurre le immagini di dischetti, anche se nella maggior parte dei casi è sufficiente usare cp.
#
dd if=disk.img of=/dev/fd0
In questo caso si trasferisce semplicemente il file disk.img
nel dischetto (inizializzato precedentemente). Nessun'altra indicazione è stata data, per cui si presume che il file sia adatto al formato di dischetto che si sta utilizzando.
#
dd if=disk.img of=/dev/fd0 obs=18k
Rispetto all'esempio precedente, si immagina di avere a disposizione un dischetto da 1 440 Kibyte (e naturalmente che il file-immagine sia adatto a questo tipo di dischetto). Un dischetto da 90 mm(5) con questo formato è composto da cilindri contenenti 18 + 18 settori di 512 Kibyte: 2 * 18 * 512 = 18 Kibyte. Specificando l'opzione obs=18k si intende fare in modo che dd fornisca al dispositivo /dev/fd0
blocchi di quella dimensione per facilitare l'operazione di scrittura.
#
dd if=disk.img of=/dev/fd0 obs=18k count=80
Rispetto all'esempio precedente, viene specificato il numero di blocchi da scrivere: 80, pari al numero dei cilindri. In questo modo, se il file in ingresso fosse più grande, non ci sarebbe alcun tentativo di superare tale limite.
Lo spostamento è una sorta di copia e cancellazione dell'originale. Attraverso questo meccanismo si ottiene anche il cambiamento del nome di file e directory: un cambiamento di nome puro e semplice non è possibile. Questo fatto deve essere considerato quando si valutano le conseguenze dei permessi attribuiti ai file e alle directory; inoltre, occorre tenere in considerazione il problema quando si valuta l'eventuale pericolosità di questo tipo di operazione: cambiare nome a un file in modo errato può provocare la sovrascrittura di un altro.
La cancellazione è sempre l'operazione più pericolosa. Nei file system Ext2 o Ext3 non è molto facile recuperare i dati cancellati. Piuttosto di cancellare, sarebbe meno pericoloso spostare temporaneamente i file in una directory che funge da cestino. Nella sezione 75.2.3 viene mostrato uno script in grado di gestire agevolmente una sorta di cestino del genere.
mv [opzioni] origine... destinazione
Sposta i file o le directory. (6) Se vengono specificati solo i nomi di due elementi (file o directory), il primo viene spostato o rinominato in modo da ottenere quanto indicato come destinazione. Se vengono indicati più elementi (file o directory), l'ultimo argomento deve essere una directory: verranno spostati tutti gli elementi elencati nella directory di destinazione. Nel caso di spostamenti attraverso diversi file system, vengono spostati solo i file normali, quindi: né collegamenti, né directory.
mv può essere pericoloso perché può sovrascrivere altri file senza preavviso. Per ridurre le possibilità di errori, conviene creare un alias in modo che mv funzioni sempre con l'opzione -i. Se poi si ha la necessità di sovrascrivere i file di destinazione, si può sempre utilizzare l'opzione -f. |
-b | --backup
-f | --force
-i | --interactive
-S | --suffix
-V | --version-control
Le opzioni sopra indicate funzionano nello stesso modo di cp.
rm [opzioni] nome...
Rimuove i file indicati come argomento. (7) In mancanza dell'indicazione delle opzioni necessarie, non vengono rimosse le directory.
-r | -R | --recursive
Rimuove il contenuto delle directory in modo ricorsivo.
-i | --interactive
Chiede una conferma esplicita per la cancellazione di ogni file.
-d | --directory
Elimina le directory trattandole come se fossero dei file normali. In pratica, i file e le altre directory che dovessero eventualmente essere contenuti, non vengono rimossi prima: viene semplicemente interrotto il loro collegamento. L'operazione può essere pericolosa perché ci potrebbero essere dei file aperti al di sotto di queste directory che si rimuovono, senza che tale possibilità venga verificata. Inoltre, dopo un'azione di questo tipo, il file system deve essere controllato in modo da eliminare gli errori che si generano: la presenza di file senza riferimenti è un errore.
-f | --force
Ignora l'eventuale assenza di file per i quali si richiede la cancellazione e non chiede conferme all'utente. Può essere utile quando si prepara uno script e non è importante se ciò che si cancella esiste già o meno.
$
rm prova
Elimina il file prova
.
$
rm ./-r
Elimina il file -r
che inizia il suo nome con un trattino, senza confondersi con l'opzione -r (ricorsione).
$
rm -r ~/varie
Elimina la directory varie/
che risiede nella directory personale dell'utente, insieme a tutte le sue eventuali sottodirectory.
rm è pericolosissimo perché è potente e irreversibile. Gli errori più frequenti e disastrosi, sono causati da sbagli nella digitazione dei comandi o da cattiva valutazione dell'effetto di uno di questi. Ci sono tre cose da fare per ridurre i rischi di disastri:
evitare il più possibile di accedere come utente root;
controllare il comando che si vuole eseguire;
creare un alias in modo che rm funzioni sempre con l'opzione -i.
Gli errori più frequenti da evitare sono i seguenti.
$
rm prova *
L'intenzione era quella di eliminare solo i file che iniziano con la parola prova, in realtà, è stato inserito uno spazio involontario tra prova e l'asterisco. In tal modo, prima viene cancellato il file prova
e subito dopo tutto quello che si trova nella directory corrente.
$
rm -r .*
L'intenzione era quella di eliminare tutti i file e le directory nascoste (tutto ciò che inizia con un punto) contenute nella directory corrente. In realtà si cancellano sì i file nascosti, ma con essi anche la directory stessa (.
) e la directory genitrice (..
). In pratica, se i permessi dei file e delle directory lo permettono, si elimina tutto.
Il modo migliore per non sbagliare utilizzando rm è quello di non usarlo. Quello che segue è un esempio di uno script che invece di cancellare sposta i file e le directory in una sorta di cestino:
#!/bin/bash #----------------------------------------------------------------------- # ricicla FILE... #----------------------------------------------------------------------- #----------------------------------------------------------------------- # nome_completo NAME #----------------------------------------------------------------------- function nome_completo () { local primo_carattere local comando_sed comando_sed="sed -n s/^\\(.\\).*/\\1/p" primo_carattere=`echo $1 | $comando_sed` if [ $primo_carattere == "/" ] then # Si tratta di un percorso assoluto. echo $1 else # È necessario aggiungere il percorso precedente. echo `pwd`/$1 fi } #----------------------------------------------------------------------- # Crea una directory temporanea da usare come cestino. #----------------------------------------------------------------------- CESTINO="/var/tmp/cestino" DATA=$(date +%Y%m%d%H%M%S) NOME_COMPLETO="" mkdir $CESTINO 2> /dev/null #----------------------------------------------------------------------- # Verifica. #----------------------------------------------------------------------- if ! touch $CESTINO/$DATA then # Non è stato possibile creare il cestino: forse ci sono problemi di # permessi. echo "Non è possibile accedere alla directory" echo "$CESTINO" # Lo script termina restituendo un valore falso. exit 1 else # Elimina il file di prova all'interno del cestino. rm -f $CESTINO/$DATA fi #----------------------------------------------------------------------- # Copia all'interno del cestino. #----------------------------------------------------------------------- for filename in $@ do # Trova il percorso assoluto. NOME_COMPLETO=`nome_completo $filename` # Sposta il file o la directory. if cp -dpRfv --parents $NOME_COMPLETO $CESTINO then rm -rf $NOME_COMPLETO fi done #======================================================================
L'esempio mostrato riproduce il percorso in cui si trovano i file a partire dalla directory che svolge il ruolo di cestino. In questo modo si possono creare delle collisioni, per esempio quando si tenta di sovrascrivere una directory con un file. Se si preferisce si può usare la versione alternativa che viene mostrata nel seguito, in cui l'inizio del percorso del cestino è ottenuto da una sottodirectory composta dalla data e dall'ora in cui è stata svolta l'operazione:
#!/bin/bash #----------------------------------------------------------------------- # ricicla FILE... #----------------------------------------------------------------------- #----------------------------------------------------------------------- # nome_completo NAME #----------------------------------------------------------------------- function nome_completo () { local primo_carattere local comando_sed comando_sed="sed -n s/^\\(.\\).*/\\1/p" primo_carattere=`echo $1 | $comando_sed` if [ $primo_carattere == "/" ] then # Si tratta di un percorso assoluto. echo $1 else # È necessario aggiungere il percorso precedente. echo `pwd`/$1 fi } #----------------------------------------------------------------------- # Crea una directory temporanea da usare come cestino. #----------------------------------------------------------------------- CESTINO="/var/tmp/cestino" DATA=$(date +%Y%m%d%H%M%S) NOME_COMPLETO="" mkdir $CESTINO 2> /dev/null #----------------------------------------------------------------------- # Verifica. #----------------------------------------------------------------------- if ! touch $CESTINO/$DATA then # Non è stato possibile creare il cestino: forse ci sono problemi di # permessi. echo "Non è possibile accedere alla directory" echo "$CESTINO" # Lo script termina restituendo un valore falso. exit 1 else # Elimina il file di prova all'interno del cestino. rm -f $CESTINO/$DATA fi #----------------------------------------------------------------------- # Fa in modo che il cestino abbia una sottodirectory diversa ogni volta. #----------------------------------------------------------------------- CESTINO="$CESTINO/$DATA" mkdir $CESTINO 2> /dev/null #----------------------------------------------------------------------- # Copia all'interno del cestino. #----------------------------------------------------------------------- for filename in $@ do # Trova il percorso assoluto. NOME_COMPLETO=`nome_completo $filename` # Sposta il file o la directory. if cp -dpRfv --parents $NOME_COMPLETO $CESTINO then rm -rf $NOME_COMPLETO fi done #======================================================================Appunti di informatica libera 2003.01.01 --- Copyright © 2000-2003 Daniele Giacomini --
daniele @ swlibero.org
1) GNU file management utilities GNU GPL
2) GNU file management utilities GNU GPL
3) GNU file management utilities GNU GPL
4) GNU file management utilities GNU GPL
5) 3,5 pollici.
6) GNU file management utilities GNU GPL
7) GNU file management utilities GNU GPL
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome copia_collegamento_spostamento_e_cancellazione.html
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