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di Daniele Giacomini
Non si può comprendere il significato e il valore del «software libero», se prima non si comprende cosa sia la libertà. Per cominciare occorre circoscrivere un contesto, quindi, ci si può domandare se nell'ambito di questo si è libero o meno.
Si è liberi quando non si attribuisce ad altri la responsabilità per le proprie mancanze; mancanze intese come qualcosa che non si può fare, essere o avere. In altri termini, si potrebbe dire che si è liberi quando non si avvertono limiti ai propri desideri.
I limiti al proprio desiderio possono essere dovuti all'ambiente, ma più spesso di quanto ci si renda conto, si cerca di proiettare all'esterno la colpa di ciò che invece è solo una mancanza personale.
Essere liberi vuol dire essere soli di fronte a se stessi; vuol dire fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze; vuol dire essere responsabili a tutti gli effetti.
Il software libero offre la libertà nell'informatica, ma questa libertà, per essere esercitata, richiede competenza. Senza competenze, il cui apprendimento è molto costoso in termini di impegno, non si può beneficiare di questa libertà.
Chi copia illegalmente il software proprietario crede forse di avere conquistato qualcosa; invece, oltre che commettere un reato, dichiara apertamente l'incapacità di afferrare la propria libertà informatica. Ma non è colpa della società in cui vive e nemmeno della tale azienda produttrice che per lui non fa un'eccezione. È solo colpa sua, perché il software libero richiede impegno.
L'evoluzione umana del nuovo secolo dipenderà dall'informatica. Solo se gli strumenti informatici saranno usati e gestiti consapevolmente, ma soprattutto solo se la conoscenza di tali strumenti sarà diffusa, si potrà parlare di «evoluzione»; diversamente si creerà una dipendenza da ciò che non si conosce e da cui, di conseguenza, non ci si può difendere.
Il software libero, è tale perché può essere usato, studiato, modificato e gestito come si vuole, senza doversi fidare, senza dover dipendere necessariamente da qualcun altro per la sua messa a punto. Pertanto, la sfida del software libero non serve semplicemente a soddisfare l'esigenza della «copia libera», anche se questo è il primo bisogno che si avverte, ma serve soprattutto per dare la «libertà di parola» del futuro.
Non è con le pretese che si ottiene la libertà; tanto meno con l'invidia. La libertà si conquista e il punto di inizio è dentro se stessi.
Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome la_libert_agrave_si_conquista.html
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