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M.Macri' Corsera 18.7.1999
Corriere della Sera 18 luglio 1999
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Ricercatori contro gli orari fissi
MEGLIO GLI ESAMI CHE IL CARTELLINO
L'organizzazione del lavoro di ricerca e la valutazione del lavoro dei
ricercatori degli enti pubblici di ricerca (Epr) sono due temi che si
impongono alla riflessione. Un processo di riforma, iniziato dal governo
Prodi, e` stato poi ripreso dal governo D'Alema e il suo iter dovra`
concludersi entro il 31 luglio 1999.
Ricordiamo che gia` nel 1995 l'allora presidente dell'Infn (Istituto
nazionale di Fisica Nucleare) professor Maiani oggi direttore generale
del Cern su La Stampa commentava una norma generale introdotta nella legge
finanziaria per l'osservanza dell'orario di lavoro con metodi obiettivi ed
automatici. "Non metto in dubbio l'utilita` della norma in se', ma e` la
sua applicazione al mondo della ricerca che appare fuori di ogni dubbio
inutile e anzi nociva". L'attivita` di ricerca scientifica non puo` che essere
valutata sui contenuti e sui risultati ottenuti.
Tuttavia la legge italiana prevede che in tutti gli enti pubblici - e
quindi anche in quelli di ricerca - la prestazione lavorativa si valuti non
"a consuntivo scientifico" ma tramite procedure obiettive definite: la
difficile valutazione del lavoro di ricerca, insomma, affidata al marcatempo !
Questa procedura viene unanimamente considerata inapplicabile
all'attivita` di ricerca. Del resto il legislatore aveva in effetti
riconosciuto questo principio: l'attuale contratto prevede che per i
ricercatori siano applicati, dopo una fase iniziale di sperimentazione,
principi di valutazione da definirsi, diversi dal troppo semplice "cartellino
da timbrare" (rapporti, consuntivi scientifici, valutazione da parte di
commissioni). L'attuale modalita` allontana la ricerca italiana dal contesto
internazionale, mentre l'introduzione del tempo di lavoro insieme alla
necessaria valutazione ci avvicinerebbe agli standard europei. Nell'attuale
contratto collettivo di lavoro, l'articolo 35 riguarda infatti le condizioni
che regolano l'orario di lavoro ma anche il suo superamento, in previsione di
arrivare al concetto di tempo di lavoro associato ad una valutazione dei
risultati dei ricercatori per una corretta referenzialita` dello svolgimento
degli obblighi contrattuali. Ma questa "Rivoluzione Copernicana" non solo non
ha trovato alcuna applicazione pratica, ma il momento della sua introduzione
appare ancora molto lontano. La norma e` stata dunque fino ad ora disattesa,
e in questa situazione di inadempienza contrattuale delle parti firmatarie
si e` scelto, invece di superarlo, di applicare rigorosamente all'attivita`
dei ricercatori il concetto di orario di lavoro.
Mario Macri`
Cern-Ginevra